Il dl è un provvedimento articolato e complesso, esaustivo per quanto possibile per la ricostruzione, una sorta di vademecum della ricostruzione. Si tratta di misure molteplici. Prevede uno stanziamento immediato di 200 milioni su un fondo per avviare subito le attività di ricostruzione. Sommato ad altre misure raggiungiamo oltre 300 milioni. L’ammontare di risorse messe in campo è però notevolmente più consistente: stimiamo 3 miliardi e mezzo per edifici privati e 1 miliardo per edifici pubblici”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, durante la conferenza stampa a palazzo Chigi, dopo l’approvazione del dl sul terremoto. “Sono misure – ha spiegato De Vincenti – già previste nella legge di bilancio che approveremo. Nel decreto si fa esplicito riferimento alle singole misure di intervento messe in campo e l’esplicito collegamento con le risorse che la legge di bilancio”.
Per il Commissario straordinario per la ricostruzione nelle zone colpite dal sisma del 24 agosto Vasco Errani, “siamo di fronte a un decreto che imposta pienamente la ricostruzione e che con la legge di bilancio troverà la piena copertura per la ricostruzione”. “Era importante – ha sottolineato Errani – che ci fossero tempi significativamente più rapidi rispetto ad altre esperienze, anche se abbiamo la consapevolezza che ricostruire centri storici è un percorso di anni, che affronteremo”.
“Noi riconosciamo il 100% dei danni ai privati, a tutte le abitazioni, anche alle cosiddette seconde case, nella consapevolezza che le seconde case in questi territori sono case di famiglia che rappresentano identità ed economia. Senza questa scelta non si sarebbe potuto parlare di ricostruzione”, ha chiarito Errani, specificando che, per quanto riguarda i danni subiti fuori dalle aree interne ai 62 comuni colpiti, verrà riconosciuto “il 100% dei danni per le abitazioni private e per le seconde case collocate nei centri storici e nei borghi e il 50% per quelle che sono fuori dai borghi, perché – ha spiegato –
in questo modo rappresentiamo concretamente la scelta strategica di ricostruire i borghi e i centri storici”.
“Questo – ha rivendicato Errani – è l’impianto più completo rispetto alle esperienze che ci stanno alle spalle e dà l’idea di una scelta fondamentale che parla al paese: proviamo a costruire un nuovo modello economico e sociale nelle aree interne dell’Appennino e dell’Italia per vedere se indichiamo una via nuova che dia prospettive e sviluppo”. Il commissario alla ricostruzione ha garantito che tutto sarà ricostruito “con miglioramento e adeguamento sismico. Le risorse dei finanziamenti comprendono questi due elementi – ha garantito – Un terremoto 6.0 non deve produrre più vittime e crolli in quei territori. La ricostruzione pubblica sarà piena.
Per quanto concerne le modalità di finanziamento, “il cittadino, quando riceverà l’approvazione del progetto andrà in banca, sceglierà l’impresa e questa è l’unica cosa che dovrà fare. La banca pagherà lo stato di avanzamento lavori a impresa e progettisti – ha spiegato Errani -. Questo sistema è tutto tracciato: è lo Stato con l’Abi e l’agenzia delle entrate che costruisce l’impianto del credito d’imposta che monteremo una volta approvata la legge di bilancio”.
“Tutte le imprese che lavoreranno nel terremoto, pubblico e privato, devono essere iscritte nelle whitelist. Per la prima volta si istituirà una struttura speciale istituita dal Viminale e presieduta da un prefetto, dedicata a whitelist ed eventuali interdittive a imprese. Ci saranno i controlli di Anac e abbiamo chiesto la collaborazione anche della Corte dei Conti”, ha chiarito Errani. “Sugli edifici pubblici sono quattro le stazioni appaltanti, gli uffici della ricostruzione, il Mibact, il Mit, e un’unica centrale di committenza. Ciò garantirà un sistema di controllo, con a capo l’Anac, che controllerà le gare a monte per garantire il massimo di trasparenza e legalità”.
“E’ impossibile oggi stabilire i tempi” che ci vorranno per terminare la ricostruzione delle zone del centro Italia distrutte dal terremoto del 24 agosto, ha detto ancora il commissario alla ricostruzione, rispondendo alle domande in conferenza stampa. “Se dessimo ora dei tempi racconteremmo delle storie e noi non vogliamo farlo. Sarà possibile seguire il percorso fase per fase a partire dal recupero dei danni lievi, che partiranno al più presto e poi via via. Naturalmente per ricostruire un centro storico bisogna fare una pianificazione urbanistica. I tempi dunque non saranno brevi, se guardiamo alle esperienze che ci stanno alle spalle lo si capisce bene, parliamo del Friuli, di Umbria e Marche, esperienze considerate di successo ma che hanno necessitato di tanti anni”.
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