venerdì 27 aprile 2018

Maurizio Martina: "E’ il momento di sfidare, non di arrenderci"

Prego tutti di discuterne e rifletterci avendo sempre a cuore l’unità del PD e della nostra comunità.

Maurizio Martina, Segretario reggente del Partito Democratico

Abbiamo terminato il giro di consultazioni con il Presidente Fico, secondo il mandato assegnatogli dal Quirinale. Siamo arrivati a questo dopo 50 giorni di caos, tira e molla e veleni tra le forze che il 4 marzo hanno prevalso. Siamo arrivati a questo non certo per colpa nostra. Salvini e soci che cercano di fare la morale dovrebbero solo tacere ora. E’ stato giusto fino a qui ribadire con coerenza e nettezza che l’onore e l’onere della prova spettasse a loro. Ma loro non ce l’hanno fatta, offrendo solo ambiguità. Ci hanno dato 50 giorni di proclami senza un passo concreto per il Paese.
Ora siamo chiamati a una riflessione nuova proprio per questo. Ci viene chiesto di valutare un possibile percorso di confronto con il Movimento Cinque Stelle.
Abbiamo riconosciuto alcuni fatti nuovi, a partire dalla chiusura definitiva del tentativo di accordo tra il Movimento, il centrodestra e la Lega, e abbiamo convocato la nostra direzione nazionale per confrontarci e decidere insieme proprio se aprire o meno questo lavoro. Non sfugge a nessuno di noi che questa strada è difficile e potrebbe anche non portare a una intesa. Nessuno dimentica gli scontri che ci hanno diviso in questi anni dal Movimento Cinque Stelle. Siamo stati e continueremo ad essere esperienze profondamente diverse, alternative su molti fronti. Rivendicheremo sempre con orgoglio il nostro impegno per l’Italia con i nostri governi di questi anni.
Non negheremo mai la nostra storia, la nostra identità, i nostri valori. D’altro canto, abbiamo già avuto anche nella nostra storia recente passaggi simili a questo. Si tratta ora di decidere se accettare il confronto o meno per giudicarne gli esiti solo alla fine di un vero lavoro di approfondimento.
Personalmente ritengo che sia nostro dovere farlo, rilanciando la sfida. Andando a vedere il merito di una possibile agenda d’impegni. Non farlo rischia in qualche modo di contribuire all’involuzione del nostro Paese anche sullo scenario europeo.
Penso che in particolare la radicalità di ciò che è accaduto il 4 marzo ci debba portare a questo. Sfidare, non di certo arrenderci. E vorrei pensare che un grande partito come il nostro lo possa fare con la sua visione forte del futuro dell’Italia e con le sue priorità per i cittadini. Senza subalternità. Senza abiure. Senza pregiudizi. Ho grande rispetto per le opinioni di tutti su questo snodo, sono opinioni legittime di fronte a una scelta molto difficile. Ascolto chi non la pensa come me. Prego tutti di discuterne e rifletterci avendo sempre a cuore l’unità del PD e della nostra comunità. Proviamo a ragionarci insieme. C’è davvero bisogno di tutto il PD.

Nessun commento: