PREMESSA
Dopo quasi due anni di pandemia
mondiale, l’Italia è pronta a ripartire con slancio, consapevolezza,
determinazione. E la politica deve fare altrettanto, recependo a pieno gli
spunti di riflessione che questa situazione straordinaria ha suggerito per rigenerarsi
ed essere pronta a cogliere i mutamenti, le risposte, le innovazioni che in
particolare dal punto di vista tecnologico hanno cambiato l’approccio dei
cittadini alla vita lavorativa, politica, associativa. La pandemia ha messo a
nudo le fragilità e le piaghe ataviche del nostro Paese, ma nel contempo anche
l’alto senso di responsabilità e la vocazione solidaristica che
contraddistingue la nostra comunità nazionale. L’Emilia-Romagna ha dato, ancora
una volta, una risposta laboriosa, orgogliosa, generosa, anche nei momenti più
difficili e nelle situazioni più complesse. Ed è in questa fase che la politica
e i partiti devono accettare la sfida del cambiamento, di una rigenerazione
capace di tenere assieme la dimensione ideale e la capacità concreta di trovare
forme nuove, nuove risposte alle istanze dei cittadini, traendo il meglio
dall’esperienza importante del governo Draghi e della grande occasione
rappresentata dal PNRR, nel solco di un nuovo e proficuo slancio europeista.
pER una buona Regione
Un partito capace di esprimere
qualità nell’azione amministrativa non esaurisce la sua funzione, perché
costituisce il cuore pulsante della nostra democrazia, come da dettato
Costituzionale, attraverso la sua comunità. È proprio
dalla comunità che vogliamo ripartire. Una comunità che non possiamo disperdere
e che costituisce il vero valore aggiunto e caratterizzante del PD. L’emergenza
pandemica ha stravolto i programmi, gli obiettivi, le priorità con cui
guardavamo al nostro futuro. Ci siamo trovati spaesati di fronte ad un momento
unico nella storia repubblicana. L’Emilia Romagna ha dovuto affrontare una
sfida epocale, essendo stata colpita nel profondo dal Covid-19. La grande sfida
che ci apprestiamo ad affrontare richiede il nostro doveroso impegno nel non lasciare
indietro nessuno. L’Unione Europea, anche grazie all’apporto delle forze
socialiste e democratiche, ha dato una risposta concreta alle difficoltà
derivanti dalla crisi pandemica, ciò non toglie che l’azione comunitaria sia
ancora in parte limitata da vincoli che non permettono la piena realizzazione
del sogno europeo. In questi mesi si sta svolgendo la Conferenza sul Futuro
dell’Europa, cercheremo di esserci, con i contenuti di un territorio che guarda
verso Bruxelles. Il PNRR, la ripresa economica, la sfida di fare del nostro
territorio uno dei più avanzati sui temi dell’innovazione, dell’educazione e
della conoscenza, l’impegno sulla giustizia e la protezione sociale, la scelta
di sostenere il lavoro – sicuro, dignitoso, protetto - costituiscono l’ambizione
di un territorio che cresce, accoglie, mettendo in campo il tentativo di
restituire la visione e la speranza persa nei giorni bui di marzo 2020.
pER i
territori
Ogni territorio della nostra
Regione rappresenta un patrimonio da preservare, rinnovare, coltivare,
integrare in un sistema regionale sempre più capace di fare rete, per competere
nella sfida globale, con le aree più sviluppate del Paese e non solo.
Necessitiamo di un PD capace di valorizzare una classe dirigente territoriale
di amministratrici e di amministratori di assoluto valore, che con capacità e
dedizione sono al servizio di un territorio e di una comunità politica che da
questo lavoro trae forza. Un Partito Democratico che riconosce le specificità
territoriali, che sostiene e si rafforza delle peculiarità di ogni singolo
circolo, ed è capace di guidare un percorso collettivo, un Partito
dell’Emilia-Romagna, appunto, coeso, solidale, ambizioso. Una comunità che dal
territorio offra il suo contributo alla discussione nazionale, sui contenuti e
sulle proposte, consapevole del ruolo che insieme possiamo svolgere. Vogliamo
costruire un Partito Democratico che investe nella sua funzione di
rappresentanza politica e sociale. Siamo convinti che recuperare la passione
per la politica e definire con chiarezza il profilo identitario e valoriale del
PD ci permetterà di porre le basi per continuare a recuperare sempre più un
contatto con le persone, la capacità di rappresentarle. Il nostro progetto
vuole essere un punto di partenza, un cantiere aperto, un percorso di ascolto
che riparta dalle periferie urbane e dai territori di frontiera della nostra
regione. Pensiamo alle specificità della nostra montagna, ma in senso più ampio
a tutti i territori di “cerniera”. Questa riconnessione, questa funzione
territoriale sarà una delle grandi sfide del nostro mandato. Va chiusa la
rappresentazione, vera solo in parte negli ultimi anni, del Partito della ZTL.
Questo Congresso sarà fondamentale per restituire ossigeno ai nostri circoli,
con un percorso di ascolto che costruiremo con un modello organizzativo che
sarà permanente, per tutta la durata del mandato. Un Partito della prossimità,
che accetta la sfida di stare lì dove insistono difficoltà, bisogni, nella
cesura tra garantiti e non garantiti, con il coraggio di non rinchiudersi nelle
certezze ma di rappresentare la complessità di questo tempo, scegliendo quale
parte rappresentare, dove stare. Una forza politica capace di coniugare
presidio politico sui contenuti e presidio fisico dei luoghi, di aprirsi alle
energie migliori della società e del territorio senza perdere la propria
identità.
pER la
nostra comunità
Un Partito davvero Democratico,
che coinvolge gli iscritti e gli elettori sulle scelte importanti, anche
attraverso gli strumenti statutari di consultazione mai attivati, capace di
aprirsi al contributo di chi aspetta di essere coinvolto, di partecipare, di
esserci. Nella tradizione di queste terre c’è la capacità di tenere assieme la
nostra anima, i nostri valori, con gli strumenti necessari a realizzare le
idee, a tenere assieme identità e concretezza. È proprio
la peculiarità dei nostri territori che può spingere questo partito nel
tentativo di porre argine alle disfunzioni della società liquida. Il mondo
globalizzato ha generato ed accentuato diseguaglianze ben prima della pandemia.
In questo schema ci sentiamo sempre più qualcuno e sempre meno parte di
qualcosa. È di questo che dobbiamo con
coraggio occuparci, ricostruendo spazi di condivisione, discussione democratica
e di confronto. L’Emilia-Romagna è da sempre territorio di sperimentazione
sociale, accoglienza e cooperazione, vogliamo rendere questi elementi faro
della nostra azione politica al fine di costruire per le persone la battaglia
contro l’individualismo. Nei prossimi anni lavoreremo per rigenerare la nostra
comunità dopo che questo tempo ha messo a dura prova la nostra struttura
territoriale, che andrà preservata e cambiata, ricostruita e modellata su nuove
istanze, mettendo al centro la necessità di un PD capace di produrre contenuti,
proposte, dibattito; di stimolare, sostenere ed aiutare le amministrazioni che
abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare, di esserne lealmente al fianco
senza perdere capacità di analisi e prospettiva. Sarà un nostro grande
obiettivo quello di ridare centralità agli organismi dirigenti,
riappropriandoci di un metodo che valorizzi territori ed iscritti.
pER una
politica che si organizza
Un Partito Democratico
dell’Emilia-Romagna che mette al centro della propria azione politica i
circoli, le federazioni provinciali, veri e propri affluenti della proposta
politica, stimolati da organismi capaci di produrre discussione e proposte. Un
PD che sceglie di investire con forza nel suo biglietto da visita più bello, le
nostre Feste de l’Unità e i tanti momenti di autofinanziamento; tradizione,
innovazione, apertura, caratteristiche che dobbiamo rimarcare e rilanciare con
forza, anche attraverso momenti che danno senso all’impegno per la comunità e
ci danno la possibilità di incontrare le persone, di lasciarci contaminare
dalle tante realtà che animano i nostri territori, che scelgono le Feste come
momenti di confronto, incontro, scambio. Caratterizzarci come il partito dei
contenuti, dell’analisi e delle proposte, sarà un modo per valorizzare la
nostra azione politica. Per questo motivo istituiremo Dipartimenti tematici su
scala regionale, supportati dalle tecnologie che accorciano le distanze e
favoriscono il confronto perenne e lo scambio di best practices tra le varie
federazioni provinciali. Abbiamo spesso guardato con timidezza l’avvento dei
Social network e il mondo digitale, comprendendo con grande ritardo quanto le
nuove piazze del XXI secolo siano uno spazio che non va trascurato, bensì
presidiato. Cercheremo di sensibilizzare tutto il nostro partito sul tema,
interrogandoci su come veicolare al meglio gli strumenti social, costituendo
community digitali che favoriscano il confronto continuo dei nostri iscritti e
militanti, rinnovando così la macchina organizzativa, competitiva e dinamica.
Questo sforzo sarà, inoltre, fondamentale per coinvolgere le generazioni under
30 sulle quali dobbiamo investire con maggiore decisione. In un PD che ha
l’ambizione di essere sempre più scelto dai giovani e giovanissimi lo strumento
delle Agorà rappresenta occasione di apertura e di democrazia partecipativa;
per questo motivo nei prossimi mesi metteremo in campo uno sforzo al servizio
di questa preziosa opportunità. Per garantire un futuro al nostro partito e
costruire una nuova classe dirigente, promuoveremo iniziative ed una scuola di
formazione permanente, su scala regionale, con un investimento forte nella
comunicazione politica. Le nostre ragazze ed i nostri ragazzi saranno linfa
vitale per le sfide dei prossimi anni, protagonisti di quell’incontro tra
generazioni del quale ci sentiamo interpreti.
pER un PD
utile, forte, radicato
Un Partito Democratico che rinuncia definitivamente all’isolamento ed investe con convinzione in coalizioni larghe, politiche e civiche, è anche un partito impegnato nelle battaglie per la giustizia sociale, la transizione ecologica, per una nuova stagione di diritti sociali e civili, per una società più equa e giusta. Abbiamo bisogno di un nuovo Centrosinistra da costruire nella società. Non egemoni, ma certamente protagonisti generosi in questo campo, con candidature credibili ed all’altezza, con programmi chiari ed ambiziosi, con alleanze da costruire non per mera riproposizione di alchimie nazionali ma per volontà che si sostanzia dal basso. Questo progetto, vincente nella sfida regionale che ha riconfermato il Presidente Bonaccini e nelle ultime amministrative, sarà lo schema di gioco per le prossime ed importanti sfide elettorali.
pER L’EMILIA-ROMAGNA
La Politica che si organizza,
che sceglie, che combatte. Un Partito Democratico forte, dalla parte delle
persone, dalla parte dell’Emilia-Romagna.
pERsone
La nostra ambizione è quella di
un territorio che cresce, accoglie, si sviluppa senza lasciare indietro
nessuno. Stiamo attraversando una grande trasformazione che ci permette di
riscrivere le nostre mappe e ridefinire il nostro orizzonte, con la
consapevolezza che è cresciuta l’esigenza di avere maggiori tutele e garanzie.
Le scelte in materia di diritti e libertà, non discriminazione, contrasto alla
violenza e politiche di genere sono aspetti centrali dell’identità del Partito
Democratico che è per la loro piena realizzazione e l’avanzamento degli stessi
in ogni ambito. Dai diritti civili ai diritti sociali, a quelli legati alla
dimensione del lavoro. Promuovere l’uguaglianza ed estendere gli ambiti dei
diritti e delle opportunità, perché la qualità di una democrazia si misura
anche su questo.
pER le donne
Un nuovo femminismo sta
attraversando il mondo e il nostro Paese. Dalle battaglie delle donne abbiamo
appreso in questi anni la necessità di un diverso modo di governare le
istituzioni, che non si impone dall’alto, che rifugge le prevaricazioni e i
sotterfugi senza per questo essere meno incisivo, ma che privilegia invece la
cura e le relazioni tra le persone. L’Agenda 2030 pone il raggiungimento della
parità di genere come un obiettivo principale. La questione femminile è,
infatti, la vera sfida odierna al centro della programmazione del Next
Generation EU. La stagione politica del Women New Deal che le Democratiche
hanno promosso a tutti i livelli un anno fa, sarà perseguita e alimentata ad
ogni livello, con il contributo di tutti e tutte. Sarà il nostro punto fermo
nella costruzione di una società ed un sistema più giusto per tutte e tutti
perché tanta parte della fragilità e arretratezza che frena lo sviluppo deriva
dalle disparità persistenti tra donne e uomini e dalle discriminazioni agite
ogni giorno. Necessitiamo di una presenza femminile che sia responsabile e
decisionale, effettiva e indipendente, e che rappresenti un nuovo sguardo sul
mondo, sull’ambiente, sull’economia, sulla società, sulla vita, uno sguardo
capace di correggere molte delle contraddizioni che popolano la modernità.
L’Emilia-Romagna è una Regione all’avanguardia per l’impegno a favore delle
donne ed ha compiuto innumerevoli passi avanti sul piano delle pari
opportunità, sostenendo l’impiego femminile, a partire dal Patto per il lavoro
e il Clima. Tuttavia la pandemia ha colpito in modo drammatico proprio il
lavoro delle donne - su 37mila posizioni dipendenti perse, oltre 22mila sono
state femminili, pari al 60% - invitandoci a riflettere sulla strada ancora da
percorrere. Occorre favorire una presenza delle donne più ampia, paritetica,
nelle istituzioni, con riguardo speciale ai ruoli apicali, garantendo politiche
di welfare familiare. Conciliare i tempi di vita, cura e lavoro, anche
attraverso politiche attente alle esigenze delle famiglie e promuovere la
condivisione del lavoro di cura familiare tra uomini e donne restano aspetti
centrali per affrontare il tema della parità di genere. Il tema della
conciliazione è un tema trasversale e indispensabile per lo sviluppo sociale ed
economico sostenibile del Paese, in quanto non si tratta di misure destinate
solo all’universo femminile, ma in grado di rispondere ai bisogni di uomini e
donne, alla luce della trasformazione avvenuta nel mercato del lavoro e
nell’organizzazione della società. La parteci-pazione femminile all’economia e
al lavoro ha un riflesso sulle scelte e sui bilanci familiari e, in ultima
analisi, sulle strategie di ripresa e sull’economia nel suo complesso. Nei
prossimi anni il raggiungimento della parità nella partecipazione ai diversi
settori economici, il problema del divario retributivo e pensionistico, lo
squilibrio di genere nel processo decisionale e nella politica saranno al
centro delle azioni che il PD dell’Emilia-Romagna intende portare avanti.
Inoltre, il contrasto della violenza di genere deve essere una grande priorità
del Pd. Rafforzare il sistema di garanzie e della repressione è necessario, ma
è urgente un cambiamento culturale: occorre educare al rispetto,
all’autodeterminazione, alla libertà e alla differenza sconfiggendo la cultura
che produce violenza e contrastando gli stereotipi. Dobbiamo potenziare le
politiche di prevenzione, aumentare la presenza dei centri antiviolenza e il
lavoro di rete nel territorio, rafforzando i percorsi di autonomia, a partire
da quella economica e abitativa, delle donne che hanno subito violenza.
pER i
giovani
I giovani, la loro occupazione
e la loro emancipazione, sono il cuore della nostra agenda politica. In questa
fase di progressivo cambiamento è aumentato anche il gap tra generazioni. La
demografia, del resto, rispecchia questo andamento. L’ascensore sociale non
funziona. Occorre dunque un nuovo patto tra generazioni per riconoscere tanto
il diritto alla longevità quanto il diritto al futuro per i più giovani, dove
il pubblico, insieme al terzo settore e al privato sociale favoriscono la cura,
l’assistenza, la vita attiva e l ’ a u t o n omi a , a n c h e i n u n a p r o
s p e t t i v a intergenerazionale. L’investimento sul sistema
scolastico-formativo è un fondamentale argine alla deriva sociale, sarà perciò
necessario investire sul dopo, sul tema della povertà lavorativa. E servirà un
rafforzamento della rappresentanza giovanile. Negli ultimi anni, ad esempio,
sono stati proprio i nostri ragazzi a scuotere le coscienze, ponendo il tema
del clima al centro del dibattito politico. Il previsto aumento delle
temperature globali è destinato a influenzare la vita sul nostro pianeta in
modo drammatico. Il cambiamento climatico può dividerci. Il Partito Democratico
deve convintamente investire nella questione ambientale come tratto
identitario, attraverso una campagna forte e coraggiosa, così come tracciato dalla
Cop26.
pER la
salute
La Sanità pubblica, fortemente
ancorata al territorio, ci ha permesso di reggere l’urto, di poter contare su
una rete fatta da professionisti straordinari, donne e uomini di cui essere
infinitamente orgogliosi; non è vinta questa battaglia, ma possiamo vedere la
luce in fondo al tunnel, grazie alla campagna vaccinale, alla responsabilità
dei cittadini, alla consapevolezza che coinvolge ognuno di noi. L’Emilia
Romagna ha costruito nel tempo il suo sistema sanitario superando la tradizionale
divisione tra politiche sociali e politiche sanitarie, integrandole tra loro,
con un ruolo strategico dei Comuni, come presidio fondamentale della salute dei
cittadini, permettendo alla sanità dell’intera Regione di divenire un punto di
forza e di eccellenza. Nonostante ciò, l’arrivo della pandemia e le migliaia di
vittime hanno inferto un durissimo colpo alla nostra comunità. I mesi terribili
che abbiamo affrontato e gli effetti devastanti dell’emergenza sanitaria hanno
posto in risalto l’esigenza di una concezione più ampia della salute e del
benessere, inteso come fisico, psichico e sociale. L’andamento demografico
suggerisce, inoltre, la promozione di un nuovo welfare di prossimità,
potenziando l’assistenza domiciliare, rafforzando la medicina territoriale e la
telemedicina.
pER il
lavoro e la società
La pandemia, se dal punto di
vista sanitario ha colpito tutti, indistintamente, dal punto di vista sociale
ha messo a nudo, anzi acuito, fenomeni come disuguaglianze, precariato,
povertà. Ecco perché una forza politica di Centrosinistra, riformista e
progressista deve ripartire e porre al centro della propria azione il tema del
lavoro. Il Covid-19 ha causato la perdita di 678.000 posti di lavoro, con un
tasso di disoccupazione che nel settembre 2021 si aggirava intorno al 9,2%.
Sarà, dunque, necessario porre in essere un piano di interventi di protezione
sociale, di investimenti e di crescita occupazionale, grazie anche ai fondi del
PNRR. Bisognerà dare slancio e vitalità alle politiche attive per il lavoro con
un sistema serio ed efficiente di riqualificazione professionale. Un sistema
capace, altresì, di contrastare un fenomeno purtroppo sempre crescente, quello
degli infortuni e vittime sul lavoro, investendo nella sicurezza e nei
controlli. Sicurezza e legalità, parole che vanno declinate anche all’interno
di un vocabolario e di un sistema valoriale di centrosinistra, impedendo che
sia questo terreno fertile appannaggio delle destre, dispensatrici di ricette
spesso nocive. Sarà fondamentale operare sul l’idea di prevenzione, di
controllo sociale e di comunità, ma soprattutto, sarà indispensabile
intervenire anche sulla formazione, sulla cultura, sull’educazione e sulla
scuola, perno fondamentale di un collaudato sistema di welfare, capace di emancipare
la coscienza civica collettiva. Migliorare la formazione post lauream ed il
funzionamento dei tirocini, che rischiano in alcune situazioni di rendere ancor
più precario il mercato del lavoro. Questa pandemia ha, però, prodotto anche un
notevole incremento degli indici di povertà. Non bisogna lasciare indietro
nessuno, garantendo sostegno e protezione agli ultimi. Imprescindibile è stato
l’apporto in questa fase (e non solo) degli enti di no-profit, del volontariato
e del Terzo settore, sempre attivi in una regione come l’Emilia-Romagna
connotata da un profondo senso altruistico e solidaristico. Combattiamo in modo
fermo e deciso i comportamenti discriminatori e disumani che vediamo
verificarsi ai confini della Polonia e che la recente cronaca documenta ogni
giorno
pER
l’economia e lo sviluppo
La fase che stiamo
attraversando è senza dubbio caratterizzata da due fenomeni di assoluta
preminenza: la digitalizzazione e la transizione ecologica. La pandemia ha
mostrato l’impellente necessità di investire in sistemi tecnologicamente
avanzati, pensiamo a progetti come il nuovo Tecnopolo di Bologna, vero e
proprio hub della ricerca e dell’innovazione del Paese. Molti sono i progressi
portati avanti in tal senso sia in ambito economico che sociale. La sfida sarà
quella di garantire pari opportunità a tutti rispetto all’accesso a queste
nuove tecnologie. La transizione ecologica rappresenterà la vera leva del
cambiamento, nell’ottica dello sviluppo sostenibile, capace di coniugare la
dimensione economica con quella sociale ed ambientale. Per queste ragioni
risulta prioritario ripartire dalla terra, dalla sua autenticità, valorizzando
il sistema agricolo e agroalimentare, un indiscutibile punto di forza della
nostra regione. L’agroalimentare rappresenta un settore chiave dell’economia
del Paese, leader in Europa per valore aggiunto agricolo. Cuba circa 522
miliardi di euro, pari al 15% del PIL nazionale, con indici in controtendenza e
dati occupazionali in crescita soprattutto per quanto riguarda i giovani dai 15
ai 34 anni. La messa in campo di interventi specifici e l’integrazione delle
risorse regionali e nazionali rappresenta un obiettivo cardine anche per la
valorizzazione di un sistema di filiera. Per promuovere lo sviluppo del
territorio, garantendo la sicurezza alimentare e riducendo l’impatto ambientale
e gli sprechi, sarà necessario rilanciare il tema dei distretti del cibo.
Questo per valorizzare la produzione di qualità della regione Emilia-Romagna e
per ridisegnare le politiche turistiche sempre più ancorate al territorio e
attente ad una tutela crescente del paesaggio e del patrimonio
storico-artistico. Con la manovra importanti saranno i nuovi investimenti per
potenziare e modernizzare le infrastrutture e la mobilità nell'ottica dello
sviluppo sostenibile. Misure che si pongono in linea di continuità rispetto ai
principi del Piano nazionale di ripresa e resilienza perché consentono di
prolungare anche nella seconda parte del decennio lo sforzo previsto fino al
2026 con i fondi del Next Generation Eu. Lavoriamo anche per continuare ad
investire nel trasporto pubblico locale.
pER
camminare insieme
Abbiamo bisogno di questo
congresso pER ripartire, pER rilanciare la nostra azione politica, pER
rigenerare la nostra comunità. Ci confronteremo sui contenuti per costruire
pilastri solidi che siano la bussola del nostro mandato. Le sollecitazioni di
questo documento saranno il punto di partenza di una discussione aperta e
appassionata che costruirà la nostra agenda politica. Il congresso regionale
non servirà solo ad eleggere un Segretario, bensì sarà il primo passo per la
genesi di un percorso condiviso, uno slancio per guardare al futuro della
nostra regione.
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