Natale amaro per chi aveva ricevuto la "social card" e sperava di poterla usare. Avevano detto, quelli del Governo, che a riceverla sarebbero state 1.300.000 persone con una ricarica di 40 euro mensili più gli sconti convenzionati. In realtà fino a pochi giorni fa le Poste avevano distribuito 366.000 carte ancora da attivare. Ma, come non bastasse, l'INPS (che ha applicato i criteri decisi dal Governo) ne ha autorizzate solo 200.000: 60.000 sono in lavorazione ma 100.000 sono state respinte per mancanza di requisiti.
E' successo allora che quando quei 100.000 cittadini, che pensavano di avere diritto ai "benefici" della "social card", si sono presentati alla cassa del negozio o del supermercato convenzionato, si sono visti negare il pagamento: "Transazione non eseguita".
L'inghippo sta nel fatto che i cittadini che vanno alla Posta con il modulo della richiesta e i certificati ISE (Indicatore della situazione economica) ricevono la carta e il pin con l'inidcazione che la carta verrà attivata entro 24 ore (in realtà sono 48 ore e più). Ma dalle Poste l'incartamento arriva all'INPS che verifica i dati. E se ci sono problemi, ferma l'erogazione ma non informa il cittadino. Altrimenti autorizza la carica a Mastercard.
Ecco allora che la macchina della social card è in tilt. Almeno il 40% dei pagamenti non va a buon fine. "Alcuni clienti pagano - afferma il Direttore di un supermercato - ma altri lasciano la spesa alla cassa".
Ma non c'è solo il problema delle richieste rifiutate, c'è l'evidenza di uno strumento assolutamente inadeguato a dare sollievo alle categorie e ai ceti sociali che più pesantemente vivono le conseguenze della crisi e della perdita del potere d'acquisto di salari e pensioni.
Si dovevano detassare le tredicesime, come proposto dal PD, e non si è fatto. Si è varato un bonus fiscale che avrà effetto da febbraio in poi. Gli aiuti ai precari sono rinviati a non si sa quando. La social card, come si è visto, riguarda solo 200.000 famiglie in stato di povertà estrema. Gli altri sono fuori. E il Paese è nel vuoto, nel Natale più nero della sua storia recente.
E' successo allora che quando quei 100.000 cittadini, che pensavano di avere diritto ai "benefici" della "social card", si sono presentati alla cassa del negozio o del supermercato convenzionato, si sono visti negare il pagamento: "Transazione non eseguita".
L'inghippo sta nel fatto che i cittadini che vanno alla Posta con il modulo della richiesta e i certificati ISE (Indicatore della situazione economica) ricevono la carta e il pin con l'inidcazione che la carta verrà attivata entro 24 ore (in realtà sono 48 ore e più). Ma dalle Poste l'incartamento arriva all'INPS che verifica i dati. E se ci sono problemi, ferma l'erogazione ma non informa il cittadino. Altrimenti autorizza la carica a Mastercard.
Ecco allora che la macchina della social card è in tilt. Almeno il 40% dei pagamenti non va a buon fine. "Alcuni clienti pagano - afferma il Direttore di un supermercato - ma altri lasciano la spesa alla cassa".
Ma non c'è solo il problema delle richieste rifiutate, c'è l'evidenza di uno strumento assolutamente inadeguato a dare sollievo alle categorie e ai ceti sociali che più pesantemente vivono le conseguenze della crisi e della perdita del potere d'acquisto di salari e pensioni.
Si dovevano detassare le tredicesime, come proposto dal PD, e non si è fatto. Si è varato un bonus fiscale che avrà effetto da febbraio in poi. Gli aiuti ai precari sono rinviati a non si sa quando. La social card, come si è visto, riguarda solo 200.000 famiglie in stato di povertà estrema. Gli altri sono fuori. E il Paese è nel vuoto, nel Natale più nero della sua storia recente.
Nessun commento:
Posta un commento