di Milena Barzaglia
La nuova forma di gestione associata che prenderà piede a partire da giugno prossimo sarà l’Unione dei Comuni, che comprenderà i Comuni di Casola Valsenio, Riolo Terme e Brisighella. La gestione dell’ente farà capo ai Sindaci dei tre Comuni e ad un Consiglio formato da un minimo di 9 a un massimo di 12 membri, eletti tra i Consiglieri comunali di maggioranza e minoranza dei tre Comuni. I costi degli organi istituzionali non graveranno sul bilancio dell’ente in quanto – per la norma che non consente il cumulo delle indennità – percepiranno la sola indennità del Comune.
Verrà presentato a breve, nei tre Consigli comunali, un documento di indirizzo per affermare la volontà delle amministrazioni di trasformare la Comunità Montana in un’Unione di Comuni tra i medesimi Comuni che oggi ne fanno parte, con la possibilità che, nel breve periodo, possa comprendere anche i comuni di Faenza, Castel Bolognese e Solarolo con i quali già si stanno gestendo in forma associata alcuni servizi. Per preparare questa evoluzione si propone di dar vita a convenzioni, tra i Comuni dell’area collinare-montana e quelli di pianura, per estendere le gestioni associate esistenti o attuarne di nuove. La gestione in forma associata dei comuni non è per noi un’esperienza nuova ma una formula già in uso da anni. Da tempo diversi servizi, come ad esempio ufficio paghe, sportello unico, protezione civile, attività produttive, turismo, assistenza informatica, ecc. fanno parte di una gestione condivisa al fine di ridurne i costi e migliorarne la qualità. E la riduzione dei costi è diventata per i comuni la parola chiave per la redazione di ogni bilancio, e per potere garantire alla popolazione quei servizi che ogni Comune, da solo, avrebbe difficoltà a mantenere. L’Unione dei comuni sarà quindiun ente non legato alla “montanità” ed alla qualità del territorio ma sarà quindi un qualcosa di più “aperto” e proprio a questo proposito riteniamo sia necessario sia da parte degli amministratori futuri che da partedei cittadini una visione ancora più ampia e d’insieme rispetto a quella avuta sino ad oggi. Nello specifico mi piace pensare che non debba e non dovrà più essere sentito come un problema quello di utilizzare, per esempio, il servizio di progettazione di un altro Comune che ne abbia le competenza interne piuttosto che avvalersi di tecnici esterni. Ed ancora, anche per un genitore non dovrebbe più essere un problema se il proprio figlio va a fare sport in un Comune diverso dal nostro, se la struttura in cui viene portato è migliore e più qualificata della nostra. Dobbiamo imparare a cogliere l’eccellenza ove questa sia presente e non farne una debolezza ma un nostro punto di forza. La volontà politica è comunque quella di volere che ogni Comune abbia la sua autonomia istituzionale e nessuno sarà mai la frazione di nessuno.
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