sabato 10 gennaio 2009

Un nuovo turismo è possibile

di Riccardo Isola

Il turismo come momento fondamentale per la crescita e lo sviluppo del territorio. Questa è oggi un’esigenza concreta da percorrere per valorizzare le potenzialità del territorio casolano. E di una cosa si è ormai certi: il nuovo corso del turismo a sud della via Emilia passa e passerà sempre di più attraverso la valorizzazione, indispensabile quanto necessaria, dell’integrazione tra settori. Oggi il territorio e l’offerta turistica di Casola Valsenio basa le proprie fondamenta sull’intersezione di alcuni segmenti caratteristici: agricoltura, valorizzazione dei prodotti tipici, ristorazione e ospitalità. Per poter dare continuità e crescita a questo fondamentale settore si dovrà sempre di più unire a tutto questo anche il sistema della promozione culturale e della adeguata valorizzazione delle attività produttive esistenti e, perché no, da creare. Con un occhio di riguardo, dove e quando possibile, al mondo dell’impresa al femminile e giovanile. Il turismo per il futuro di Casola Valsenio rimane una prerogativa imprescindibile per chiunque accetti la sfida dell’amministrare. Una necessità per dare una prospettiva ad un percorso politico iniziato diversi anni fa e che ha visto nella qualificazione della produzione agricola, nel miglioramento sia quantitativo che qualitativo dell’offerta ricettiva ma anche nella formulazione e creazione di eventi turistici mirati alla conoscenza e valorizzazione delle peculiarità del territorio, un percorso di grande fortuna.

Il tutto alla luce di un nuovo modo di pensare alla fruizione del territorio riassumibile nel concetto di ecosostenibilità. E l’arrivo, tanto auspicato quanto necessario, del Parco della vena del gesso romagnola, ne rappresenta un elemento fondamentale. Un ulteriore spazio di manovra per la crescita e lo sviluppo della comunità. Ed è proprio sul parco, su questa particolare area verde protetta, in cui esigenze pubbliche di rispetto e tutela ambientale si sposano con le giuste pretesedettate dalla grande presenza antropica, che si potranno e si dovranno sviluppare progetti, investimenti e interventi in grado di spostare l'ottoca verso un’ambientazione turistica positiva e propositiva. In un epoca globalizzata c’è sempre di più il bisogno di ritagliarsi spazi di visibilità più gentili ed in sintonia con il territorio d’appartenenza. La cultura del prodotto tipico, in sintonia con la propria stagionalità dovrà essere un punto fermo per la promozione turistica, ma questo chiede uno sforzo di innovazione anche nel settore privato, dall’imprenditore agricolo a quello artigianale. Una filiera corta, anzi cortissima, potrebbe essere l’amo su cui agganciare anche una differenziazione delle strategie aziendali del tessuto economico e produttivo locale che guardi prima di tutto alla qualità del rapporto tra produttore e consumatore. Il giardino delle erbe, grande eccellenza orto-botanica, ad esempio, potrebbe riuscire a differenziare la propria offerta puntando alla diversificazione di proposte. Una varietà di offerte che spazino dalle attività culturali e sociali , a quelle indirizzate ad essere volano per un’imprenditoria del verde, per la lavorazione delle piante. Azioni da diffondere attraverso strategie di marketing mirate al mondo dell’accoglienza e dell’eno-gastronomia. Incentivare una sorta di slow-food casolana può essere una piccola, ma concreta, azione per dare un segno nuovo alla vocazione storica del paese.


Nessun commento: