mercoledì 18 novembre 2009

Per fare passare la privatizzazione dell'acqua devono ricorrere ancora una volta al voto di fiducia


Ancora una volta la Camera è stata espropriata dalla possibilità di discutere e modificare i provvedimenti del governo

Ancora una volta il Parlamento viene espropriato del suo ruolo. La Camera dei deputati ha votato la fiducia al Governo sul decreto “salva- infrazioni” che contiene la riforma dei servizi pubblici locali, compresa la gestione dell’acqua. Hanno votato 590 deputati (su 630) e il governo ha ottenuto 320 sì, contro i 270 no dell'opposizione.
Entro due anni potrebbe essere venduto tutto il comparto idrico pubblico per essere affidato a privati, o per essere ceduto a società miste nelle quali l’eventuale partecipazione pubblica dovrà risultare minoritaria (non più del 30%).
Le motivazioni di urgenza addotte dal Governo sono assolutamente pretestuose. Il provvedimento tocca un aspetto fondamentale della vita dei cittadini e delle comunità locali e su questo il dibattito parlamentare è indispensabile per evitare che gli affari e gli interessi di pochi prevalgano sulla necessità di tutti.
Anche la Lega Nord, che si era detta contraria al provvedimento, ha votato la fiducia. Alla faccia del federalismo e del potere di decisione delle comunità locali.
La Lega Nord – afferma Stefano Bonaccini, Segretario regionale del PD – ha firmato e avallato, ancora una volta con un decreto e un voto di fiducia, un dispositivo che di fatto impedirà il controllo pubblico sui criteri d’uso e sul prezzo, oltre che sulla salvaguardia, dell’acqua. Piuttosto – precisa – il Governo dovrebbe preoccuparsi del rifacimento delle reti idriche e degli acquedotti, che in varie parti d’Italia versano in condizioni precarie e disperdono un bene prezioso, oltre che ingenti somme di denaro”.
Ciò che in Emilia-Romagna, invece, con il governo pubblico e la gestione dei servizi idrici attraverso società a maggioranza pubblica, è stato possibile garantire, con reti e impianti all’avanguardia e costi tra i più bassi d’Italia.

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