giovedì 28 gennaio 2010

Noi e loro


In Puglia il PD ha promosso una straordinaria consultazione tra gli elettori del centrosinistra per decidere chi, tra il giovane economista Boccia, sostenuto dal PD, e il Presidente uscente Vendola, dovesse candidarsi alla Presidenza della Regione.
Il PD aveva messo in campo, insieme a Boccia, l’idea dell’allargamento dell’alleanza di centrosinistra fino al coinvolgimento dell’Udc, per unire le forze che a livello nazionale si oppongono al governo PdL-Lega Nord attorno a un condiviso progetto di governo della Regione. Vendola ha sostenuto la bontà dell’esperienza di governo che ha guidato negli ultimi anni, anche se questo avesse pregiudicato la costruzione di un’alleanza più larga. Tutti con lo stesso obiettivo, governare la Puglia per proseguire l’opera di rinnovamento e modernizzazione e per battere la destra.
Circa 200.000 pugliesi hanno partecipato alle primarie (nel 2005 furono 80.000) e hanno deciso che rispetto alle alleanze è più importante la riproposizione dell’idea di governo che Vendola – insieme al PD e ad altre forze democratiche – ha saputo esprimere negli ultimi cinque anni.
I gruppi dirigenti del PD possono aver ragione o aver torto ma – nel dar vita al PD – hanno stabilito che, quando in campo vi siano opzioni e candidature diverse, la decisione venga affidata agli elettori. E’ scritto nello Statuto.
Il PdL (Popolo della Libertà) nel suo Statuto prevede che per le elezioni regionali "la candidatura a Presidente di Regione è stabilita dal Presidente nazionale (Silvio Berlusconi – ndr) d’intesa con l’Ufficio di Presidenza, sentito il Coordinatore regionale, ed è formalizzata dai Coordinatori. Allo stesso modo si procede per le candidature nelle liste per la quota maggioritaria".
Decide uno, e pochi altri.
Uno, e pochi altri, ha deciso che il candidato a Presidente della Puglia per il PdL fosse Palese, e uno (sempre quello) e pochi altri, pochi giorni dopo ha chiesto a quello stesso Palese, e alla candidata indicata dal vituperato UdC, Poli Bortone, di farsi da parte, per trovare una terza candidatura, che ovviamente si preoccuperà egli stesso di indicare. Per battere Vendola, e la “sinistra estrema” (?!?).
Ecco, così vanno le cose nel PdL e nella destra. Così funzionano, da quelle parti, i processi di decisione.
In Veneto, a Galan – che a giudizio loro aveva ben governato – hanno preferito un candidato della Lega Nord, il ministro dell’agricoltura Luca Zaia.
In tanti, elettori del centrodestra, hanno protestato, hanno espresso dissenso, hanno chiesto di essere consultati, ma non è contato nulla.
L’altra mattina alla radio, un elettore del centrodestra si chiedeva perché a lui e agli elettori veneti di PdL e Lega Nord – come è accaduto in Puglia per gli elettori del PD e del centrosinistra – non sia stata data l’opportunità di esprimersi, di decidere fra Galan e Zaia.
Caro amico, la risposta è semplice, non si può, lo vieta lo Statuto! Decide uno solo.
Sono molti i problemi del PD, ma meglio i nostri problemi, che potremo e sapremo superare, che i loro metodi.

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