lunedì 1 febbraio 2010

Il cosiddetto “Processo breve” è una legge contro le vittime


Se il processo breve avrà il via libera della Camera processi come Thyssen Krupp, Parmalat e quelli a tutela dei terremotati abruzzesi cadranno nel vuoto. Così come i processi per violenze fisiche e sessuali, furti, truffe. Nessuna vittima avrà giustizia se il processo breve diventerà legge.
È Antonio Boccuzzi, parlamentare del PD e superstite del rogo alle acciaierie Thyssen Krupp, a spiegare che “l’approvazione del ddl sul processo breve sarebbe un pugno in faccia per migliaia e migliaia di vittime del lavoro che non vedrebbero giustizia''. Il deputato annuncia "una vera e propria 'battaglia parlamentare’ sul provvedimento approvato in settimana al Senato. Lo stesso processo per le vittime della Thyssen Krupp potrebbe essere profondamente colpito dall'approvazione del provvedimento visto che, a quanto pare, rimarrebbe come imputato solo l'amministratore delegato dell'azienda che è l'unico per cui la condanna potrebbe essere superiore ai 10 anni. Ne verrebbe fuori un verdetto incompleto che non tiene conto delle legittime aspettative delle vittime e di tutti i familiari. Mi auguro che la maggioranza risponda all'appello del presidente della Camera e modifichi concretamente il provvedimento. Personalmente lavorerò per cambiamenti radicali che impediscano questa colossale ingiustizia''.
Il processo breve non convince nessuno, neanche i terremotati dell’Aquila, che si sono uniti alle proteste dei magistrati in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario. “La protesta dei comitati dei familiari delle vittime della Casa dello studente e del Convitto nazionale dell'Aquila - afferma la capogruppo del PD nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti - è la dimostrazione che è forte e diffusa nella società italiana la preoccupazione sugli effetti devastanti del processo breve. Quel testo va ritirato perché è una presa in giro. Il titolo del provvedimento non corrisponde minimamente al suo contenuto: non si tratta di rendere la giustizia più efficiente e veloce, quanto di gettare al macero centinaia di migliaia di processi e quindi di calpestare le legittime aspettative di giustizia delle vittime. I cittadini non vogliono processi monchi, chiedono giustizia".

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