martedì 29 giugno 2010

I record del governo Berlusconi: ora siamo nella "top five" della pressione fiscale e primi per il debito pubblico in Europa


L’Italia scala posti in classifica. Naturalmente non è quella della FIFA, purtroppo neanche quella delle migliori economie ma la classifica europea per la pressione fiscale: nel 2009 il peso del fisco sul prodotto interno lordo è stato del 43,2%, in aumento rispetto al 2008, anno rispetto al quale è peggiorato anche il dato del PIL. Siamo al quinto posto, insieme alla Francia, in Europa per pressione fiscale. Un bel record per il governo del "meno tasse per tutti"!
Due anni fa, all’insediamento del governo Berlusconi, eravamo al settimo posto...ora da battere restano solo Danimarca (49%), Svezia (47,8%), Belgio (45,3%), Austria (43,8%).
Restiamo invece campioni d’Europa per il deficit. Il debito pubblico in Italia è sempre il più alto della UE: nel 2009, in rapporto al Pil, dopo il calo rilevato nel 2007, ha proseguito la crescita già registrata nel 2008, aumentando di quasi 10 punti percentuali rispetto all'anno precedente e attestandosi al 115,8%, un valore vicinissimo a quelli rilevati alla fine degli anni '90.

Crolla la lotta all’evasione

"Il livello della pressione fiscale del 2009, confermato oggi dall'Istat, è molto preoccupante, soprattutto perchè viene raggiunto nonostante un consistente aumento dell'evasione" afferma Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del PD che nota: "Vengono schiacciati sempre piú pesantemente i redditi da lavoro dipendente, co.co.co e pensioni, mentre altre tipologie riescono a cogliere le opportunitá di evasione, allargate dal governo Berlusconi sin da giugno 2008 e incentivate dai condoni. I dati sull'evasione Iva sono impressionanti: il gettito cade nel biennio 2008-09 del 10%, a fronte di un aumento dei consumi nominali di oltre il 2%". Intanto gli studi di settore "continuano a vessare i piccoli, ma consentono una forte autoriduzione di quanto dovuto ai contribuenti medi e grandi". Non solo, per Fassina "il gettito versato dalle societá per azioni è ridicolo in confronto alla dinamica dell'economia. L'assetto fiscale italiano, oltre che profondamente iniquo, è un freno alla domanda interna, un blocco alla crescita. Il governo, invece di fare propaganda sull'art.41 della Costituzione, sia disponibile a discutere gli emendamenti presentati dal PD al Senato per avviare subito i primi passi della riforma fiscale".

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