giovedì 12 agosto 2010

Berlusconi venga in Parlamento


Di fronte al "tutti contro tutti" che negli ultimi giorni ha scosso la maggioranza e ai roboanti quanto inutili richiami all'ordine di Bossi e Berlusconi, Pier Luigi Bersani non ha dubbi: "Fanno la voce grossa perché non sanno che pesci prendere. Possiamo aiutarli con qualche precisazione: non permetteremo che Berlusconi riduca l'Italia al paese delle banane. In Italia abbiamo le istituzioni. Pretendiamo dunque, dopo due anni, la sua presenza in Parlamento e pretendiamo di sentirgli dire che cosa intenda fare in questo indecoroso marasma che lui stesso ha provocato e alimentato".
Ipotizzando una crisi di governo, il segretario democratico precisa che in tal caso "la parola passerebbe al capo dello Stato e al Parlamento secondo un percorso costituzionale in cui ognuno dice la sua, ma nessuno può dettare il compito agli altri. Il 'golpista' è chi nega questo e non chi lo afferma!".
Se l'ormai fragile 'predellino' del centrodestra cedesse del tutto, ha ammonito Bersani, "le elezioni sarebbero inevitabili, e per giunta con questa vergognosa legge elettorale. Noi ci rivolgeremmo alle forze del centrosinistra e dell'opposizione per una strategia comune di cui siamo già pronti a proporre e a discutere le basi politiche e programmatiche".
Sia chiaro sin d'ora a tutti, ha aggiunto il segretario del PD, "che le elezioni anticipate certificherebbero il fallimento di una gestione politica e di governo, monocratica e personalistica, esposta all'illegalità e al disprezzo delle regole, socialmente disastrosa e incapace di parlare al futuro del paese".
Una nuova fase deve avere, ha concluso Bersani, "i caratteri di una riscossa democratica, civica e morale, e i contenuti di una politica economica e sociale finalmente fatta di equità e di crescita. Berlusconi può inventarsi i sondaggi estivi che vuole. Quando si arriverà al dunque, si accorgerà che la gente è stanca di rincorrere i problemi suoi e che di favole non vuole più sentirne".

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