L'ultima tattica della maggioranza è votare la riforma universitaria entro la notte, così da evitare i cortei studenteschi che tanto fanno paura. Così è caos al Senato: la vicepresidente Mauro (Lega) accelera le votazioni e dichiara approvati quattro emendamenti del PD. La legge potrebbe tornare alla Camera.
Schifani e il centrodestra vogliono ripetere le votazioni, sui quattro emendamenti.
"Questa riforma è un pasticcio - ha dichiarato Marco Meloni, responsabile Università e Ricerca della segreteria PD - e l’episodio di oggi al Senato che fa seguito, lo ricordiamo al senatore Pardi, a una pregiudiziale presentata dal Partito democratico, dimostra che procedere a testa bassa, senza ascoltare nessuna opinione di chi chiede una riforma vera, che dia futuro alla nostra università, ne è solo l’ultima prova. Ci auguriamo che il presidente del Senato Schifani non compia la forzatura regolamentare che ha annunciato, accogliendo il saggio invito della presidente del gruppo del PD Anna Finocchiaro; e in ogni caso non potrà essere confermato il testo dell’art. 29. Il provvedimento deve tornare alla Camera. Il governo e la maggioranza colgano questa opportunità per ascoltare le voci degli studenti e dei ricercatori, che protestano per ragioni specifiche legate al merito del provvedimento, e si mostrino finalmente aperti alla modifica del testo perlomeno su pochi punti qualificanti, come il Pd chiede da mesi: autonomia degli atenei, diritto allo studio, no al precariato, qualità e merito nella carriera docente.
Ci rivolgiamo a tutte le forze parlamentari, perché siamo davanti a una scelte decisiva: approvare una riforma sbagliata, senza neppure modifiche che perlomeno riporterebbero diritti agli studenti e qualità alla carriera docente, o dimostrare che il Parlamento è chiuso alla richiesta di futuro che giunge in modo pressante, quasi disperato, da centinaia di migliaia di ragazzi e giovani ricercatori, e che passa in modo assai rilevante dalla qualità della nostra università”
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