di Giacomo Giacometti
Il 10 febbraio è istituita per legge (n° 92 /2004) la giornata del ricordo della tragedia delle foibe, dal nome di crepacci naturali profondi anche centinaia di metri in cui furono gettate migliaia di vittime della violenza di squadre di partigiani comunisti della ex Jugoslavia di Tito. Il tutto avvenne verso la fine della 2^ guerra mondiale.
L'istituzione della giornata vuole essere la dedica a un ricordo perenne per quelle vittime, ma è stata anche la rimozione di un oblio totale in cui per anni furono tenuti quei fatti crudeli.
La giornata deve dunque essere anche un invito a proseguire la riflessione su quegli atroci fatti di sangue, per capirne le cause, per inquadrare meglio il contesto storico in cui avvennero, per definirne le responsabilità personali anche di chi diede gli ordini e di coloro che li eseguirono ed infine di coloro che li ignorarono.
Le tesi giustificazioniste tendono ad accreditare quella barbarie come ritorsione verso analoghi comportamenti tenuti da milizie fasciste e naziste, mentre altri, cercando di dare una forzata interpretazione politica, giustificano la violenza con la mira espansionista verso l'Istria del regime di Tito che portò squadre di partigiani a reprimere con la violenza ogni oppositore. Semplici azioni di guerra dunque!
Altri ancora richiamano la sostanziale neutralità tenuta dagli alleati, ormai certi vincitori della guerra, verso episodi che considerarono non meritevoli di intervento.
Pare che i Comandi dell'esercito anglo-americano fossero dislocati in zona e ragioni di strategia militare impedirono di intervenire in difesa della popolazione.
Forse, dopo tanti anni, è giunta l'ora che si aprano tutti gli archivi, perchè emerga tutta la verità su quegli episodi.
A quei martiri si deve verità!
Tuttavia, al di là della ricerca storica, si può già dire con certezza che anche allora la violenza della guerra provocò odio e altra violenza, che l'esasperazione ideologica provocò ogni aberrazione.
La giornata delle foibe ci dice di riandare con la memoria a quelle vittime, e ci obbliga anche a riflettere sulle violenze che avvengono nel mondo ai giorni nostri.
Sono anche queste violenze sull'uomo perpetrate in nome di distorte ideologie o di religioni fondamentaliste, tollerate o addirittura perpetrate da governi dittatoriali dediti a perseguire con guerre o strumenti di morte interessi di casta, piuttosto che il bene comune delle popolazioni.
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