giovedì 31 marzo 2011

E’ “made in Emilia-Romagna” il chip che isola le cellule tumorali nel sangue

É "made in Emilia-Romagna" il primo microchip che isola nel sangue le cellule tumorali e consente di prevedere l'evoluzione della malattia. L'innovativa strumentazione é infatti frutto delle ricerche condotte dall'Irst (Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei Tumori) di Meldola, in provincia di Forlì-Cesena, che nei prossimi giorni presenterà negli Stati Uniti i risultati delle prime sperimentazioni condotte su cellule tumorali presenti nel sangue, isolate e manipolate con una purezza del 100%. L'occasione é data dal Congresso dell'American Association of Cancer Research (Aacr), il più importante congresso mondiale che si occupa di ricerca preclinica sul cancro, che si aprirà a Orlando, in Florida, sabato 2 aprile.
L'elaborato scientifico presentato a Orlando é il frutto di un'intensa attività di ricerca condotta dal Laboratorio di Bioscienze dell'Istituto romagnolo, "che si é dotato, primo al mondo, di una strumentazione molto innovativa in grado di supportare l'oncologo clinico nel definire le strategie terapeutiche più appropriate per ogni paziente", spiega l'Irst in una nota. Infatti "DepArray", la piattaforma scientifica che il centro di Meldola ha acquisito dall'italiana Silicon Biosystems, coniugando microelettronica e biologia, é al momento l'unico strumento automatizzato presente sul mercato in grado di isolare, identificare, manipolare e recuperare, con una purezza del 100%, cellule tumorali circolanti estremamente rare disperse in un fluido (ad esempio sangue periferico o midollare).
Operativo dal 2007 all'interno delle strutture dell'ex Ospedale Civile di Meldola, l'Irst é interamente dedicato alla cura, alla ricerca clinica, biologica e traslazionale e alla formazione in campo oncologico.

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