La giustizia di Arcore e di Bellerio è dunque la seguente: non si può rompere il patto con gli evasori fiscali e gli esportatori illeciti di capitali, ma lo si può rompere con chi è stato tanto fesso da servire il Paese facendo il militare o da studiare e poi riscattare di tasca propria la laurea. Dopo il patto di Arcore, i conti della manovra del governo tornano ancora di meno e le ingiustizie pesano ancora di più.
La Manovra, secondo l’accordo raggiunto tra PdL e Lega Nord a Arcore per cambiare il decreto sulla manovra economica, interverrà principalmente sulle pensioni, per ottenere un risparmio immediato. Pagheranno gli uomini nati prima del 1985, che dovranno lavorare da un anno a un anno e mezzo in più per arrivare all’anzianità contributiva necessaria per andare in pensione perché, ai fini dell’anzianità, non vale più il recupero del servizio militare: quel periodo contribuirà al calcolo per l’ammontare dell’assegno pensionistico, ma non entrerà nel calcolo dell’anzianità contributiva richiesta come requisito per lasciare il lavoro. Pagheranno anche i laureati che hanno riscattato il periodo di studi con i propri soldi: anche in questo caso gli anni riscattati varranno ai fini del calcolo sull’ammontare della pensione ma non nel calcolo dell’anzianità contributiva necessaria per poter lasciare il lavoro.
Insomma pagheranno sempre e solo i cittadini onesti, a partire dai dipendenti pubblici, e pagheranno ancora di più coloro che hanno svolto il servizio militare e sono laureati. E non si intravedono, neppure all’orizzonte, misure per la crescita! Perchè gli interventi sulle pensioni non sono strutturali e non servono a riformare il welfare ma solo a fare cassa. Una beffa!
“Ancora una volta, le pensioni di anzianità sono il bancomat del governo, senza nessuna attenzione al futuro pensionistico delle generazioni più giovani”, ha detto Stefano Fassina, Responsabile economico del PD. “L’eliminazione del contributo di solidarietà è stata fatta pagare ai lavoratori, anche a quelli con 39 anni di contributi, attraverso il rinvio della pensione di anzianità, invece che ai grandi evasori che hanno condonato 105 miliardi di euro”.
Fassina ha poi fatto notare come, al di là dei proclami del ministro Brunetta, “il governo consideri i dipendenti pubblici cittadini di serie B, ai quali si può infliggere qualunque iniquità: il posticipo del Tfr, il blocco all’infinito delle retribuzioni, il rinvio sine die della tredicesima”. Ha detto Fassina: “Se il Ministro Brunetta non fosse interessato solo alla poltrona, dovrebbe dimettersi per il fallimento delle sue cosiddette ‘riforme’ e per il vergognoso trattamento che il Governo Berlusconi riserva ai pubblici dipendenti”.
Altro effetto nefasto della norma sulle pensioni, contenuta nella manovra è individuato dal vicesegretario del PD, Enrico Letta che la considera ‘un incentivo culturale all’evasione fiscale, priva di qualsiasi visione strutturale e di lungo respiro‘.
“All’italiano che in una sera si vede fregato dallo stato il patto dei 4 anni di laurea o di un anno di servizio militare – ha detto Letta a Radio24 – scatta subito la reazione di dire ‘appena posso lo Stato lo frego io’. Con una norma simile si fanno 100 passi indietro sull’aspirazione alla cultura della fedeltà fiscale”.
“Il vertice di ieri stravolge il decreto su cui abbiamo presentato emendamenti, alla faccia, come sempre dei lavori parlamentari“, ha dichiarato Anna Finocchiaro, Presidente dei senatori del PD a Radio anch’io.”Ma quello che ci preoccupa ancora di più è il merito del decreto – ha aggiunto la Presidente – dal vertice di Arcore ne esce una manovra se possibile peggiorata, perché dietro interventi di facciata, figli di un braccio di ferro evidente tra Berlusconi, la Lega e Tremonti, ( con l’evidente vittoria di Berlusconi) si arriva a numeri che non tornano. Anche il reintegro dei tagli agli enti locali non serve ad evitare il taglio di servizi essenziali. Come si arriva a quota 45 miliardi nessuno lo sa. E’ l’ennesimo compromesso che probabilmente verrà modificato ancora, che non sposta nulla sul piano della crescita, proprio nelle ore in cui il FMI rivedeva al ribasso le già basse stime di crescita del nostro Paese”.
“Oggi è giorno delle rappresentazioni straordinarie“, ha detto Antonio Misiani, deputato e tesoriere del Pd. “Alfano si è presentato al Paese con una manovra che lascia incolumi gli evasori e picchia invece sui lavoratori. E, orgoglioso di questa prova, ha chiesto alle opposizioni di essere responsabili. Berlusconi ha assicurato di non aver messo le mani nella tasche degli italiani, evidentemente pensa che solo gli evasori hanno diritto alla cittadinanza nazionale. Per finire – ha concluso Misiani – Di Pietro ha fatto una clamorosa autocritica, quando ha detto che se la nave va sugli scogli è colpa del comandante: siamo sicuri infatti che si riferisse alle candidature di De Gregorio e di Scilipoti”.
Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, ha voluto ribadire come tutto questo sia inaccettabile per i lavoratori, e conferma il carattere socialmente iniquo della manovra. “Siamo di fronte ad un accordo che ha come obiettivo di salvare il governo e non il Paese, confermando il suo profilo di inefficacia ai fini dell’obiettivo dello sviluppo. Il Bossi difensore delle pensioni si è arreso – ha notato Damiano – e ancora una volta la previdenza, che è un diritto veramente acquisito, non come quello degli evasori che difende il governo, deve pagare il conto del risanamento del bilancio”.
Il responsabile sicurezza del Partito Democratico, Emanuele Fiano ha voluto pubblicamente condividere con preoccupazione le parole del segretario del Sindacato di polizia SIULP sulla manovra, che essendo fortemente iniqua rischia di aumentare la tensione sociale. Si è scelto di colpire gli onesti -ha detto Fiano – di eliminare il contributo dei più ricchi, e ora come novità di chiedere il contributo solo ai dipendenti statali, nonostante questo Paese si basi anche sull’abnegazione e il sacrificio di decine di migliaia di poliziotti che mal pagati difendono ogni giorno, insieme a tutte le forze dell’ordine, l’integrità dello Stato e la sua sicurezza”.
Analizzando il nuovo intervento alla Manovra, il senatore Vidmer Mercatali, capogruppo del Partito democratico in Commissione Bilancio a Palazzo Madama ha espresso forti perplessità sui saldi di bilancio. “Avevamo già grossi dubbi sui saldi della manovra di governo presentata nei giorni scorsi. Dopo questo secondo intervento, che non conosciamo nel dettaglio, abbiamo però una certezza: ai saldi di bilancio mancheranno dai 4 ai 5 miliardi. Per quel che ci riguarda – ha proseguito Mercatali - non inizieremo nessuna discussione in Commissione Bilancio se non avremo un quadro chiaro di questa manovra bis, compresa di relazione tecnica vidimata dalla ragioneria dello Stato e il tempo adeguato per subemendare“.
Sulla cancellazione del riscatto degli anni di laurea, adottata dal vertice dell’arzilla coppia Berlusconi-Bossi, cosa pensa il ministro Gelmini? Si è domandato in particolare Marco Meloni, responsabile Uniersità del PD.
“Se fosse un ministro dell’Università degno della delega – ha detto Meloni – sarebbe in prima fila a difendere l’idea che quegli anni vanno riscattati perché sono sostanzialmente equiparati, per il periodo legale della durata dei corsi di studio, a una attività lavorativa. Contrasterebbe la disastrosa logica per cui studiare non vale quanto lavorare, per cui studiare è, in pratica un disvalore, una perdita di tempo. Il vertice di ieri non fa che confermare una scelta ormai chiara: questo è un governo che disprezza chi studia e i lavoratori che pagano le tasse, e pur di non torcere un capello ai capitali scudati decide di punire onesti cittadini che hanno sempre pagato le tasse e hanno creduto di potersi fidare di uno Stato che – a causa delle scelte scellerate del governo Berlusconi – ancora una volta li sta tradendo“.
Anche Fausto Raciti, Segretario nazionale dei Giovani Democratici, e Michele Grimaldi, Responsabile Saperi dei Gd, hanno voluto commentare indignati, in merito alla scelta del Governo Berlusconi di escludere gli anni relativi al percorso di laurea dal conteggio dell’anzianità per la pensione. “Comprendiamo che la Villa di Arcore, scelta come sede per discutere della manovra finanziaria, non fosse certo il luogo ideale per i ricordare al presidente del Consiglio l’importanza di valori quali il sacrificio, l’impegno, la solidarietà, lo studio, l’eguaglianza delle opportunità – hanno dichiarato ironicamente – . Ma la decisione del Governo di far cassa continuando a colpire le giovani generazioni, pur di non colpire i redditi alti e pur di non far pagare chi non ha pagato mai, rappresenta l’ennesima dimostrazione dell’idea sbagliata e pericolosa che le destre hanno del futuro del nostro Paese. Che per il centrodestra poter studiare non fosse un diritto ed uno strumento di mobilità sociale, ma un lusso concesso per censo a pochi privilegiati lo aveva già dimostrato la cosiddetta riforma Gelmini. Con le scelte di queste ore Pdl e Lega decidono anche di punire chi già lo ha fatto”.
I due esponenti dei giovani del Pd hanno concluso sottolineando che “mentre tutti i paesi decidono di investire in formazione, innovazione e ricerca per rilanciare l’economia, il governo decide di perseverare negli errori che hanno portato il nostro Paese alla crisi attuale, che non è frutto del caso ma delle politiche sbagliate di questi anni”.
Nessun commento:
Posta un commento