Il governo Berlusconi-Tremonti- Bossi ha letteralmente massacrato la legislatura 2001-2006 con le sanatorie più varie, conosciute o meno.
La parte del leone è quella dell’operazione fiscale del 2002, un maxi documento con il quale si è «perdonato» di tutto in cambio di un risibile obolo. Già il nome che viene dato all’operazione la dice lunga: «condono tombale». In pratica, pagando una piccola multa si sana ogni violazione fiscale negli ultimi cinque anni.
Nella stessa manovra, c’è una sanatoria specifica per le piccole e medie imprese e per i professionisti («condono per reddito imprese e autonomi »). Poi la sanatoria per «omessi o ritardati versamenti» (si paga senza interessi o sanzioni).
E ancora quella per le «chiusure delle liti pendenti»: pagando una piccola quota ci si tutela senza interessi e sanzioni. E quella per «liti potenziali », quando con un modesto versamento si blocca l’accertamento (in corso) dell’Agenzia delle Entrate. Poi c’è l’integrazione: chi aumenta percentualmente l’imponibile (paga solo l’imposta, niente interessi e multe) non è perseguibile (norma servita a molte grandi aziende soprattutto per l’Iva).
Di seguito, la sanatoria per i «redditi all’estero non dichiarati» - niente multe né interessi - e quella per le «scritture contabili » (ripulisce il bilancio irregolare).
La Lega Nord e le «quote latte»
Anche il bacino elettorale della Lega Nord reclama attenzione: scatta così l’operazione «quote latte». Il pagamento delle multe viene a lungo rinviato, ma quando stanno per scattare ipoteche e sequestri, il governo Bossi-Berlusconi-Tremonti toglie la competenza della riscossione a Equitalia. Insomma, tutto da rifare, con sentore di insabbiamento... Lo “scudo” per i capitali illegalmente esportati all’estero
Poi nel 2008 è arrivato lo “scudo” che pagando un modesto 5% permetteva agli evasori, con la garanzia dell’impunità e dell’anonimato, di legalizzare immensi capitali – anche di origine criminale – esportati illegalmente esportati all’estero. Gli altri condoni
Senza dimenticare il condono edilizio del 2003 e la norma Mondadori, attraverso la quale, due anni fa la maggioranza ha sanato (tra l’altro) il contenzioso in Corte di Cassazione per il pagamento delle imposte che dura da anni: invece che 170 milioni, se ne pagano solo 5. E via così.
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