Oggi pomeriggio il ministro Roberto Maroni interverrà al Senato per riferire sugli incidenti di Roma. In vista di questo appuntamento già ieri è nato un dibattito e sono cominciate le indiscrezioni sulla necessità di nuove e più severe norme per l’intervento delle forze dell’ordine. Antonio Di Pietro, leader dell’IdV, ha addirittura lanciato l’idea di ripescare la "legge Reale", che fu applicata contro il terrorismo negli anni Settanta e che prevedeva diverse norme estreme, fino alla possibilità dell’uso delle armi da parte della polizia.
Ma è necessario? Con interventi al massimo livello, dalla presidente del PD, Rosy Bindi, alla presidente del gruppo al senato, Anna Finocchiaro, e con le indicazioni del responsabile sicurezza e del responsabile giustizia, Emanuele Fiano e Andrea Orlando, il Partito Democratico ha chiarito ieri la propria posizione: sostegno e solidarietà senza se e senza ma alle forze dell’ordine impegnate sabato a Roma. Ma prima di parlare di leggi speciali bisogna verificare se è stato fatto tutto ciò che era possibile, se è stata fatta la dovuta opera di prevenzione (considerato che i violenti avevano annunciato tutto su internet), se le leggi esistenti sono state usate bene, se i tagli alla sicurezza non abbiano influito sulla “quantità” dei meccanismi di difesa messi in atto.
Oggi scendono in piazza i rappresentanti delle forze dell’ordine per denunciare che, con i tagli del governo, non hanno più mezzi, uomini e risorse per garantire la sicurezza. «Stavolta gli indignati saremo noi», grida Nicola Tanzi, segretario generale del Sap. La protesta seguirà una sua originale coreografia: i poliziotti porteranno con sé in piazza dei bidoni vuoti di benzina. Chiederanno ai cittadini un contributo simbolico per riempire di carburante le taniche così da permettere alle auto di funzionare.
E` la protesta più clamorosa degli ultimi tempi contro i tagli al comparto sicurezza. In piazza scenderà la stragrande maggioranza delle sigle sindacali della polizia di Stato, dal Sap al Siulp, alla Ugl e alla Consap, della polizia penitenziaria (Sappe, Uilpe Fns Cisl), del Corpo forestale dello Stato (Sapaf, Fesifo, Fns Uil, Ugl) e dei Vigili del fuoco (Fns Cis, Ugl, Uil Vvff e Conapo). L`appuntamento è davanti alla Camera, al Senato e in altre piazze italiane. “La nostra mobilitazione si rende necessaria - spiegano i sindacati - perché il Governo negli ultimi tre anni non ha tenuto fede ai vari impegni presi, riducendo sul lastrico i comparti Sicurezza e Soccorso pubblico. Appena tre giorni fa l`Esecutivo ha tagliato altri 60 milioni di euro, nell`ambito del disegno di legge stabilità, alle voci di bilancio destinate all`ordine pubblico e alle missioni”. I sindacati rincarano poi la dose: «In un periodo di grave crisi economica come quello che stiamo vivendo dicono - quasi ci vergogniamo a chiedere un contributo economico ai cittadini, ma siamo davvero arrivati al game over.
Entro poche settimane termineranno gli ultimi buoni benzina necessari per le nostre volanti, dopodiché non potremo più presidiare i quartieri della città. E la responsabilità di tutto questo è del Governo». «I veri indignati siamo noi poliziotti», insiste Nicola Tanzi, “Stiamo contando i feriti dopo gli scontri di sabato - continua - e siamo stufi di dover stilare ogni volta questo triste bilancio. Si rafforzano pertanto le ragioni della nostra mobilitazione nazionale. Siamo costretti a protestare pubblicamente - dice ancora - perché da qui a qualche tempo rischiamo di non essere più in grado di garantire la sicurezza dei cittadini. Al Governo, al di là di tante belle parole di solidarietà, chiediamo fatti. Fatti concreti".
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