domenica 19 febbraio 2012

Fassina: “Sulle condizioni del lavoro non può esserci una corsa al ribasso"

Stefano Fassina
Da "La Stampa", 19 febbraio 2012

«Ora si chiede di abolire l`art. 18, poi si dirà che la compensazione monetaria va ridotta, e così via». Su come invece vada rimessa al centro «la persona che lavora», Stefano Fassina, responsabile economico PD, ha appena dedicato un libro. Perché oggi, sospira, «sull`arretramento delle condizioni lavorative si rischia una corsa al ribasso senza fine».
E' una visione pessimista...
«In Spagna, dove non c`è l`articolo 18, la compensazione monetaria era pari a 45 giorni per ogni anno lavorativo: è stata ridotta pochi giorni fa a 33. In Portogallo è stato superato il contratto nazionale di lavoro, mettendo i lavoratori in competizione al ribasso. In Grecia il salario minimo è passato da 750 a 600 euro».

Quindi sull`art. 18 non si può mollare di un millimetro?
«Si possono fare miglioramenti nelle procedure, perché è vero che l`incertezza della durata delle cause crea problemi. Ma non si può negare un diritto che invece va tutelato».
Senza un accordo condiviso il PD potrebbe arrivare a votare contro la riforma?
«Non vedo perché un governo responsabile, con interlocutori responsabili come i sindacati, non debba riuscire a trovare un accordo condiviso».
Che ne pensa dell`idea di togliere la cassa straordinaria e estendere la disoccupazione?
«La cassa straordinaria in questi anni ha avuto utilizzi impropri, bisogna intervenire su quello, ma è importante mantenere uno strumento che sostenga il reddito dei lavoratori durante la fase di ristrutturazione delle imprese».
La sua posizione è condivisa da tutto il Pd? Al suo libro il senatore Ceccanti ha dedicato un articolo di critica.
«L`analisi che propongo è larghissima maggioranza nel Pd. Ceccanti mi critica sull'uso che faccio delle riflessioni della Chiesa: ma né io né lui disponiamo dell`interpretazione autentica della dottrina sociale della Chiesa...».

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