La differenza vera - oltre alle modalità di erogazione delle risorse - è nei controlli, rigorosi e imparziali: problema questo che il PD ha proposto di affrontare con una legge da approvare in tempi rapidi e che, per quel che lo riguarda, ha risolto da solo sottoponendo i propri Bilanci alla certificazione esterna. E' l'unico partito che si è dato questa regola... come è l'unico partito che organizza Feste, che ha sedi e presenza visibile sul territorio, che organizza le primarie per eleggere i propri dirigenti, che promuove le primarie di coalizione per selezionare i candidati alle cariche elettive, che non mette il nome del leader nel proprio simbolo, che si è dato un codice etico, ecc. ecc.
Perché, per dirla in altro modo, non ci sono "i partiti", ma partiti che hanno un nome, una storia, un presente e un futuro diversi. Come dice Bersani, non ci stiamo a finire tutti nello stesso mucchio!
Italia: i rimborsi elettorali ammontavano a 289,8 milioni nel 2010 (4,53 euro/abitante); sono scesi a 189,2 milioni nel 2011 e 2012 (2,97 euro/abitante); con i tagli già decisi con il decreto-legge 78/2010 e il decreto-legge 98/2011 si scenderà a 165 milioni nel 2013, 153 milioni nel 2014 e 143 milioni dal 2015 (2,32 euro/abitante).
NB: la prosecuzione dei rimborsi in caso di fine anticipata della legislatura è stata abolita dal decreto-legge 98/2011
Francia (sussidio e rimborsi elettorali): 160,3 milioni (2,46 euro/abitante). L’ammontare individuato dalla legge finanziaria è ripartito in due frazioni eguali: la prima frazione è destinata ai partiti politici in funzione dei voti ottenuti in occasione delle ultime elezioni per il rinnovo dell’Assemblea nazionale. Requisito per l’accesso al contributo è che il partito abbia presentato candidati in almeno 50 circoscrizioni che abbiano ottenuto almeno l’1% dei voti espressi in tali circoscrizioni; la seconda frazione è destinata ai partiti politici in funzione della loro rappresentanza parlamentare. Nel 2010 l’ammontare di tale contributo è stato di circa 74, 8 milioni di euro.
Germania (rimborsi elettorali e contributi alle fondazioni di partito): 461 milioni (5,64 euro/abitante). Per i soli partiti (escluse quindi le fondazioni politiche), la legge stabilisce un limite assoluto ai contributi annuali federali (absolute Obergrenze): il finanziamento pubblico complessivo non può superare i 133 milioni di euro.
Spagna (finanziamento e rimborsi elettorali): 131 milioni (2,84 euro/abitante). Esistono cinque forme di finanziamento pubblico a partiti politici, federazioni, coalizioni o gruppi di elettori: a) le sovvenzioni pubbliche conferite a titolo di rimborso delle spese elettorali; b) le sovvenzioni statali annuali per le spese generali di funzionamento; c) le sovvenzioni annuali stabilite dalle Comunità autonome per le spese generali di funzionamento nel proprio ambito territoriale; d) le sovvenzioni straordinarie per la realizzazione di campagne di propaganda in occasione dello svolgimento di referendum; e) gli apporti che i partiti politici possono ricevere dai gruppi parlamentari delle Camere, delle Assemblee legislative delle Comunità autonome e dai gruppi di rappresentanza negli organi degli enti locali.
Nel Regno Unito il finanziamento avviene solo per i partiti di opposizione per compensare i vantaggi che la maggioranza trae per essere al governo: 9,4 milioni (0,15 euro/abitante). Grande importanza viene rivestita dal finanziamento indiretto ai partiti politici ovvero l’offerta di servizi e agevolazioni per i candidati alle elezioni politiche.Tra queste la più rilevante (prevista dal Communications Act 2003) è la concessione di spazi televisivi e radiofonici per la propaganda politica sia durante la legislatura (party political broadcasts) sia durante la campagna elettorale (party election broadcasts). Si tratta di un sussidio pubblico indiretto valutabile tra i 3 e i 10 milioni di sterline annue, che si accompagna al divieto di acquistare ulteriori spazi televisivi per fare pubblicità.
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