giovedì 13 settembre 2012

Favia e la legge del contrappasso

E nel M5S volano gli stracci!

Ricordate quando Pier Luigi Bersani – all’inaugurazione della Festa Democratica a Reggio Emilia - aveva definito “fascista” il linguaggio aggressivo e violento del M5S contro il PD? Gli caddero addosso critiche a non finire, proprio dal M5S, che con grande disinvoltura si atteggia sempre a vittima (…a sentire certe loro argomentazioni viene in mente la favola del lupo e dell’agnello di Fedro). E critiche arrivarono anche dal consigliere regionale M5S, Giovanni Favia.
Per una sorta di legge del contrappasso è proprio lui, Giovanni Favia – additato come infame, come traditore dopo il “fuori onda” trasmesso da “Piazzapulita” su La7, nel quale criticava la mancanza di democrazia del movimento e il ruolo di padre-padrone del duo Casaleggio-Grillo – a subire oggi quello stesso linguaggio aggressivo e violento, perfino intimidatorio.

Centinaia di insulti, via web, fino alla minaccia di morte comparsa su Facebook. Ora il consigliere 'ribelle' che ha sempre ribadito la sua buona fede ("e' stato uno sfogo privato e scomposto") è deciso a difendersi, carte alla mano, dai suoi detrattori.
Lo farà chiamando in causa l'autorità giudiziaria. Per quanto riguarda le offese arrivate sulla sua pagina Facebook, l'intenzione è di presentare una querela generica alla polizia postale in cui verrà evidenziato anche il messaggio anonimo più preoccupante: "Favia andrebbe sgozzato in Piazza". Ma questo è solo un capitolo. Per il consigliere 'grillino', infatti, il tema centrale è il clima di "delegittimazione e odio", confermano ambienti a lui molto vicini, creato dall'accusa di un complotto. Per questo e' allo studio anche una denuncia nei confronti del giornalista freelance legato al meetup di Vicenza, Maurizio Ottomano, autore dell'articolo pubblicato sul blog di Beppe Grillo, in cui si sosteneva, appunto, la tesi del fuorionda concordato.
Nelle carte potrebbero essere indicati anche i nomi dei rappresentanti istituzionali del Movimento 5 Stelle che hanno pubblicamente 'sposato' la tesi del complotto, dunque, 'colpevoli' secondo Favia di aver partecipato ad una campagna orchestrata per delegittimarlo. Prima di prendersi qualche giorno di riflessione Favia si concentrerà sul territorio con la partecipazione alle trasmissioni di televisioni locali per spiegare ai suoi elettori quanto accaduto e difendersi dalle accuse.

L’unica chiosa che ci viene in mente, a questo punto, è che tutti i populismi, di destra o di sinistra, finiscono sempre a destra, e nel peggiore dei modi.

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