mercoledì 12 settembre 2012

Primarie, Renzi parte dal Veneto...

Il sindaco di Firenze sta scaldando i motori. Giovedì partirà da Verona con il suo camper per la campagna elettorale in vista delle primarie del PD. «Alla fine del percorso delle primarie - assicura Renzi - il PD uscirà più forte e non più debole. A chi dice che le primarie non vanno bene perché ci sono troppe divisioni, rispondo che un partito che non discute è morto». Renzi punterà sullo slogan "Adesso" per sfidare Bersani.
«A Repubblica ieri hanno mangiato male. Non esiste. Io non sono pronto a tutto pur di andare ad occupare una seggiola». Così Matteo Renzi, sindaco di Firenze, ospite su Radio 24, ha commentato le indiscrezioni del quotidiano secondo cui in caso di sconfitta alle primarie il sindaco di Firenze si candiderebbe con ItaliaFutura di Montezemolo: «Se perdiamo, non fondiamo l`ennesimo partito o cambiamo casacca - ha aggiunto Renzi -. Io quelli che quando perdono portano via il pallone non li sopporto. Se perdo le primarie resterò sindaco, quello che i fiorentini mi hanno chiesto di fare. Di solito quando uno perde le primarie si accomoda con qualche premio di consolazione in Parlamento, con uno stipendio tre volte tanto. Io no».

Il sindaco dice di condividere l'agenda di Bersani e il programma di governo. Però invita gli esponenti del partito ad essere meno «suscettibili e permalosi». Qualche sera fa era Bologna, dove la festa si chiama ancora dell'Unità, e dove c'è la federazione più grande del partito, il sindaco di Firenze ha preso la parola davanti a un pubblico numeroso (almeno 1.500 persone). Alla festa di Bologna, il sindaco-rottamatore ci è arrivato tuttavia con il tradizionale sciame di polemiche che ormai lo accompagna quotidianamente. Colpa di una sua battuta su Veltroni, detta in mattinata in una trasmissione radio: «I successi maggiori li ha avuti come romanziere, gli auguro tanti romanzi belli per il futuro». Un'uscita un po' gratuita che gli ha provocato i rimproveri anche di due dei suoi sostenitori più in vista come Pietro Ichino e Salvatore Vassallo, che gli hanno fatto notare che, se non ci fosse stato Veltroni ad introdurre le primarie quando era segretario del PD, Renzi non avrebbe potuto sfidare Bersani e, probabilmente, non sarebbe nemmeno sindaco di Firenze.

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