Si sono svolti oggi con una grande partecipazione popolare, i funerali del dott. Filippo La Porta, per tanti anni medico condotto e ufficiale sanitario a Casola. Era nato il 4 marzo 1927 e per molto tempo è stato l'unico medico del paese; ha curato e assistito intere generazioni di casolani, in condizioni non facili, che ha raccontato in due bei libri (“L’ultima condotta” e “Ricordi”), il primo dei quali dedicato proprio alla sua esperienza di medico in un Comune di montagna, lontano dagli ospedali e – in quegli anni – praticamente irraggiungibile dai servizi di emergenza.
A lui, nel 2000 – in segno di riconoscenza per l’attività svolta - il Comune ha conferito la medaglia d’oro al valore.
Ci piace ricordarlo riportando alcuni brevi passi de “L’ultima condotta” che si riferiscono proprio alla sua esperienza professionale:
“Ho vissuto nel vecchio sistema e in quello moderno, rilevandone tutta la differenza. Il vecchio, più duro e con maggiore responsabilità, ma anche con maggiori soddisfazioni; il nuovo più organizzato e meno pesante, anche se, agli inizi, con un po’ di confusione”.
“La parola prevenzione era sconosciuta”, scrive ancora nel libro. “Ora sa sospettare questo o quello, allora proprio no. Mi sono trovato di fronte a casi di appendicite già in fase di peritonite.
Il malcapitato aveva solo avvertito un gran mal di pancia e magari aveva preso un bel purgante aggravando molto la situazione. A me si ricorreva sempre tardi”.
E ancora, “Ho visto bimbi rachitici con gambe sottili e testa grossa. Era il frutto di malnutrizione e di mancanza di calcio. Che ne sapevano allora di cure e di vitamine? All’ospedale di Faenza per radiologie e visite specialistiche, quasi nessuno voleva andare. Dovevamo sopperire noi medici. Si vedevano anche tumori allo stomaco che si potevano palpare dall’esterno. La fame patita e la malnutrizione portavano pure alla tubercolosi. Allora lavoravano a pieno ritmo i sanatori”.
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Rivolgiamo alla dott.ssa Elena La Porta, al dott. Pier Luigi La Porta, ai famigliari tutti, le più sincere condoglianze dei Democratici casolani.
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