giovedì 11 ottobre 2012

Legge elettorale, passa proposta PdL-Lega-UdC. Contrari PD e IdV

Dopo settimane di stallo, trattative e mediazioni, la Commissione Affari costituzionali ha finalmente partorito un testo base da consegnare all'Aula per la riforma di quella legge elettorale che dovrà essere utilizzata per la prima volta ad aprile 2013.
L'ha spuntata la bozza Malan, presentata dal PdL e votata oggi in commissione anche da Lega, UdC, FLI, API e Coesione Nazionale: 16-10 rispetto alla bozza Bianco, che prevedeva i collegi uninominali e che ha ricevuto i voti solo di Pd e Idv, oltre a quello del presidente Carlo Vizzini, che si è detto preoccupato perché «penso sia passato il metodo che in questo momento storico, visti gli scandali che stanno succedendo, è il più difficile da governare. Credo che se alla fine questo sarà il sistema scelto, bisognerà prendere molti, molti accorgimenti perché altrimenti rischiamo di prenderci quel virus che sta portando già molti problemi».
Riferimento non troppo velato ai tanti scandali che stanno travolgendo, e annullando, diverse Giunte regionali proprio per il sistema corruttivo legato al distorto utilizzo delle preferenze. Lo stesso Vizzini ha annunciato di aver presentato un emendamento al ddl anticorruzione relativo al reato di scambio di voto mafioso.
Sorride Il Pdl: «Siamo soddisfatti perché arriviamo a un confronto su un testo e arriviamo a un confronto sul testo Malan con le preferenza - spiega Maurizio Gasparri - adesso andiamo avanti con il discorso della trasparenza e del controllo, che è una esigenza indifferibile».
Accelera il presidente Renato Schifani, che promette di fare il possibile affinché il testo arrivi in Aula entro fine mese. Per il momento l'unica deadline certa è quella per la scadenza del termine degli emendamenti: mercoledì prossimo, 17 ottobre, alle ore 18. Emendamenti che si prospettano già numerosi: il centrosinistra insisterà per eliminare le preferenze, la Lega (ma anche l'Italia dei Valori, come sottolineato da Felice Belisario nel post-voto) per introdurre una soglia minima di accesso al premio di governabilità del 12,5% : «È necessaria una soglia di maggioranza - spiega l'ex ministro della Semplificazione Roberto Calderoli - così com'è questo testo è come il modello greco, dove dopo due mesi si è tornati a votare. Senza una soglia c'è il rischio che il premio di governabilità vada a un partito che non governa, sarebbe paradossale».
Nello stesso Pdl c'è cautela: questa mattina, prima del voto in commissione, il segretario Angelino Alfano aveva aperto all'opzione del premio di maggioranza alla coalizione anziché al partito, («pur di cambiare la legge elettorale, se la sinistra dovesse chiedere che il premio vada a una coalizione, noi siamo disponibili a cedere su questo punto») mentre lo stesso Silvio Berlusconi è dato per non troppo convinto sulle preferenze stesse.
Quello resta il punto di scontro con il Partito democratico. «Il PD ha votato contro questo testo perché, pur essendo simile a quello che abbiamo presentato noi, prevede come strumento per scegliere gli eletti le preferenze. Io penso che la cronaca di queste settimane e di queste ore ci consegna una nuova questione morale. Mi auguro che anche le forze politiche che hanno detto si a questo sistema si ricredano. Per noi comunque il no alle preferenze è un limite invalicabile», è il commento di Anna Finocchiaro.

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