In tanti hanno preso parte domenica mattina 19 maggio al presidio organizzato davanti alla sede provinciale del Partito Democratico di Rimini contro i gravissimi atti omofobi e razzisti compiuti da Forza Nuova nei giorni scorsi in città (la Digos indaga per danneggiamento e imbrattamento, minacce e istigazione all'odio razziale ed entro pochi giorni conta di chiudere il cerchio attorno ai responsabili).
Presenti il segretario provinciale PD e deputato Emma Petitti, il deputato riminese Tiziano Arlotti, il sindaco Andrea Gnassi, il segretario regionale PD Stefano Bonaccini, il capogruppo PD in assemblea regionale Marco Monari, la coordinatrice dell'esecutivo PD regionale Anna Pariani, i rappresentanti delle federazioni PD dell'Emilia-Romagna, amministratori, consiglieri regionali, provinciali e comunali, esponenti dei Giovani democratici e delle associazioni democratiche e antifasciste.
“Noi democratici riminesi, che abbiamo fatto dell’accoglienza e della solidarietà un tratto identitario, esprimiamo in maniera inflessibile la più risoluta e ferma condanna senza appello di ogni episodio di violenza morale e verbale, plateale o vile, e di questi attacchi che riportano alla memoria quei climi sociali che hanno condotto al manifesto della razza, in cui il collante era l’odio contro diverso, divenuto capro espiatorio del disagio sociale ed economico" ha affermato Petitti nel suo intervento. "Il PD non intende arretrare sui diritti e sui doveri di un solo millimetro. Il ministro Kyenge è donna, medico, ministro e nera e non si è mai nascosta dietro e dentro la propria diversità, ma ne ha fatto un elemento di incontro per abbattere i muri che separano e creano diffidenza e pregiudizio. Non si è mai fermata di fronte agli insulti ed ha ricordato che tutti dobbiamo essere uguali davanti alla legge e che i diritti sono universali. Attenti a non sottovalutare le derive estremistiche che si stanno manifestando con frequenza sempre maggiore in tanti paesi europei, che rispondono alla crisi virando verso l’estrema destra. Noi democratici riteniamo che la diversità, l’accoglienza, l’integrazione all’interno delle regole siano la precondizione per essere un paese moderno, democratico e civile”.
“Ciò che è successo ha un segno preciso – ha aggiunto il sindaco Gnassi -. Il Tricolore, lo Stato, la nostra patria, è stato infangato con un atto simbolicamente e moralmente violento. Posso garantire che a costoro, che lanciano messaggi dai contenuti deliranti e che hanno chiamato i nostri Tre Martiri i '3 ladroni', finché sarò sindaco non verrà mai concessa piazza Tre Martiri. Dobbiamo guardare e combattere questi gesti per quel che sono. Rimini, Medaglia d'oro al valore civile, non farà finta di niente. E' ora di alzare la guardia, c'è un problema Forza Nuova nel Paese e in città ed è necessario agire con tutti i mezzi da parte di tutte le istituzioni, della Prefettura e delle forze dell'ordine. La nostra sarà sempre una città plurale, multietnica, democratica e antifascista”.
Matteo Monetti, rappresentante dei Giovani democratici di Rimini, ha sottolineato che quella di domenica mattina non è stata un'iniziativa di partito, ma una “manifestazione trasversale che tocca tutte le sensibilità di questa comunità”, mentre Daniele Susini, presidente dell'Anpi provinciale di Rimini, ha manifestato la solidarietà dell'associazione e evidenziato la necessità di continuare la “battaglia di dignità delle idee contro ogni fascismo”.
A conclusione degli interventi, Bonaccini ha ricordato che “fatti come quelli accaduti a Rimini stanno succedendo in troppe parti d'Italia in questi giorni. Insieme al ministro Kyenge non arretreremo di un millimetro: le battaglie di dignità umana per l'estensione dei diritti civili ci appartengono e continueremo a portarle avanti. Di fronte alla crisi e alla perdita di posti di lavoro c'è chi strumentalizza e specula sulla disperazione, assistiamo alla crescita di populismi e destre estreme in tutta Europa. Combatteremo sempre tutto questo, perché i valori della Costituzione repubblicana sono imprescindibili”. Bonaccini ha rinnovato quindi il proprio appello alle forze dell'ordine “affinché si persegua chi si rende protagonista e complice di questi episodi. Se pensano di intimidirci, sappiano che hanno sbagliato indirizzo”.
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