La formazione del Governo Letta ha occupato buona parte della relazione alla Direzione nazionale del PD.
"Il sostegno a Enrico Letta e al governo è pieno e
leale - ha affermato Epifani - e 'Governo di servizio' vuol dire rispondere alla domanda che c’era
e c’è nel Paese".
"Letta si è mosso bene" ha sottolineato il Segretario. "Ha iniziato con la tutela del lavoro ( il
rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, il rinnovo dei
contratti dei precari della Pubblica Amministrazione); ha usato la
prudenza sul tema dell’Imu; ha deciso misure di sostegno alla domanda di
risparmio energetico nelle ristrutturazioni. Sul terreno delle riforme
istituzionali il lavoro con il Parlamento ha portato all’intento di una
revisione con procedure istituzionalmente corrette e rispettose della
Costituzione".
"I problemi vengono da due questioni. La prima di carattere
economico. Il ciclo negativo continua: il Pil (prodotto interno lordo) è
in calo più del previsto, oltre 150 mila posti di lavoro in meno, il
calo dei consumi e degli investimenti. Si sta ampliando lo scarto tra
bisogni e possibilità. E anche la Francia chiude l’anno male, mentre la
Germania comincia ad avere i primi contraccolpi.
In questo contesto di scarse risorse e
di bisogni crescenti, è necessario fissare quali devono essere, secondo
noi, le priorità nell’azione del governo:
- Priorità di salvaguardare il lavoro e la
continuità produttiva di un insediamento industriale fondamentale per
il Paese, e nello stesso tempo la salute dei cittadini nel caso Ilva.
- Puntare a non far scattare l’aumento
dell’Iva previsto per luglio, perché graverebbe sui più deboli, pesando
sui consumi e sulla domanda interna.
- Rivedere la tassazione sulla casa, anche in questo caso guardando alle fasce meno abbienti.
Decisivo sarà il rapporto con l’Unione europea e la possibilità di
recuperare margini di manovra, pur confermando la linea dell’attenzione
ai conti pubblici che ci ha portato all’uscita dalla procedura di
infrazione.
Dobbiamo intervenire a sostegno dell’occupazione dei giovani e degli investimenti.
Il Consiglio UE di giugno sarà un passaggio decisivo. Temo che se
l’Unione Europea non cambierà il segno della politica economica si
ripresenteranno molti problemi: Federal Reserve in difficoltà; spread
che non scendono più; nervosismo sui mercati.
In un contesto così difficile in Italia dobbiamo fare i conti dal punto di vista politico con le posizioni di Silvio Berlusconi:
stabilità e minacce nel rapporto con il governo; le sentenze attese; il
problema dell’affidabilità nel rapporto tra problemi personali e
interessi del paese, sospesi tra due sentenze: quella della Corte
costituzionale e quella della Corte di Cassazione.
C’è bisogno di responsabilità verso il Paese e verso coloro che si
trovano sul fronte della crisi: si deve portare a termine il processo
delle riforme.
La nostra idea di governo di servizio e il bisogno di riforme nel sistema istituzionale richiedono un impegno di due anni. Come nel programma di Letta e come nelle parole del Presidente della Repubblica.
Noi intendiamo sollecitare le risposte giuste per l’ammodernamento del
Paese e del suo sistema istituzionale, ma dobbiamo essere pronti a tutto
se dovesse prevalere negli altri la decisione di far saltare il tavolo".
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