martedì 4 giugno 2013

Epifani: "Congresso nei tempi stabiliti, per rilanciare l’idea, la cultura, l’identità politica, il progetto dei democratici italiani"

"Il Congresso - ha confermato Guglielmo Epifani alla riunione della Direzione nazionale del PD - va tenuto nei tempi previsti, comunque entro l’anno. Non c’è un motivo per rinviarlo. Va però preparato bene e dal basso".
"La commissione che nomineremo (di cui fa parte, tra gli altri, il Segretario del PD Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini - ndr) ha il compito di predisporre le modalità, le regole ed i conseguenti, eventuali, cambiamenti dello Statuto, da sottoporre poi alla Commissione Statuto e all’Assemblea nazionale.
In questo contesto dobbiamo affrontare quattro temi...

Il primo: separare il ruolo del segretario da quello del capo della coalizione, senza più coincidenza. La contestualità è stata superata nelle scorse primarie ed è improponibile oggi, dal momento che abbiamo alla guida del governo Enrico Letta, che era il nostro vicesegretario fino al mese scorso.
Il secondo tema. Credo che sia opportuno partire con i congressi di base, avviando la discussione e il confronto sulla base di un documento costruito su temi essenziali ed eleggendo i segretari territoriali. Dobbiamo procedere lasciando lo spazio per ruoli di proposta e di elaborazione dal basso.
Terzo tema. Dobbiamo prevedere organismi più snelli, sedi di discussione e decisione con presenze dai territori.
Infine, dobbiamo definire criteri e platea per le primarie per il segretario nazionale.
I tempi per il congresso sono dati: a primavera ci saranno le elezioni amministrative e le elezioni europee.
L’obiettivo è curare il PD, farlo uscire dalle sue difficoltà, farne una forza politica aperta, anche se in una logica di partito, anche se a rete, anche se leggero. E rafforzare il sentimento di una comune appartenenza a una comunità di destino fatta di donne e uomini.
La nostra centralità. Sistema politico italiano è fragilissimo. Se togliamo ai partiti personali i loro leader non sappiamo cosa sarà di loro. Spesso imbarazzano l’Europa. Non è così per noi e per la nostra famiglia europea".

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