di Francesca Puglisi, Capogruppo PD Commmissione Istruzione del Senato
(Europa, 10 settembre 2013)
Grazie al governo Letta e alla tenacia della ministra Maria Chiara Carrozza inizia la ricostruzione della scuola italiana. E oggi è stata posta la prima importante pietra. Sono norme che iniziano a riparare anni di tagli e di disinvestimento e che sostengono le famiglie in difficoltà economica nell'affrontare i costi di istruzione.
Con la stabilizzazione di 26 mila insegnanti di sostegno e il piano triennale finalmente gli studenti con disabilità e le scuole potranno godere della continuità didattica di cui hanno bisogno. E il tanto agognato “organico funzionale stabile” sta per diventare realtà.
Cancellata la “norma della vergogna” sugli inidonei della Spending review 2012: dal primo gennaio 2014 inizieranno le assunzioni dei precari delle segreterie scolastiche.
In un momento di crisi finanziaria vengono restituite fondamentali risorse per il diritto allo studio, perché i capaci e meritevoli privi di mezzi possano davvero raggiungere i più alti gradi di istruzione e stanziati aiuti concreti per le famiglie per sostenere i costi per l’acquisto dei libri scolastici e di trasporto.
Inizia così a prendere forma un vero sistema di welfare studentesco. Dopo anni di tagli si torna ad investire anche sulla formazione in servizio dei docenti per migliorare gli apprendimenti soprattutto nelle aree in cui questi sono più bassi, per fare vera scuola di intercultura, per promuovere una nuova didattica con l’utilizzo delle nuove tecnologie e catturare l’interesse dei nativi digitali.
A tal proposito vengono investite risorse per il wi-fi nelle scuole… che Profumo aveva imposto il tablet, dimenticandosi però che solo il 7 per cento delle classi italiane è connesso alla rete!
Ottime le norme che individuano nell'estensione del tempo scuola e nelle scuole aperte il pomeriggio, gli strumenti per combattere la dispersione, così come indicato dall'Ocse.
Scuola e cultura con le borse di studio per le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e i progetti didattici nei musei e nei siti archeologici, tornano a parlarsi e a fare sistema. Il nostro per troppi anni è stato un paese che ha viaggiato per compartimenti stagni, lasciando sotto terra il vero petrolio di cui dispone: l’arte, la bellezza, l’intelligenza, la creatività. Così rispunta la geografia negli istituti tecnici e professionali, iniziando a risistemare ciò che il cosiddetto “riordino delle superiori” della Gelmini, aveva tagliato in modo maldestro, sottraendo sapere ai nostri ragazzi.
Finalmente chi viene nel nostro paese per studiare non dovrà chiedere ogni anno il rinnovo del permesso di soggiorno e dunque anche l’Italia apre le porte agli studenti stranieri e li considera una ricchezza.
Dopo anni di tagli e di svilimento della scuola pubblica, finalmente arriva una boccata d’ossigeno, risorse vere e una iniezione di fiducia.
Lo so già, si sprecheranno gli editoriali anche di autorevoli ben pensanti di sinistra che diranno che per la scuola serviva “ben altro”. Ma di benaltrismo è morta la sinistra. Oggi lasciateci gioire, perché grazie al coraggio del Partito democratico, che in questo complicato governo di servizio al paese ci ha messo le facce migliori, la ricostruzione dell’Italia è iniziata nel verso giusto: partendo dalla scuola.
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