lunedì 16 settembre 2013

Solo il PD è in regola con le norme sulla trasparenza

Secondo l'inchiesta dell'Espresso, in edicola il 14 settembre, risulta del tutto inattuata la legge sulla pubblicazione online delle spese dei gruppi. Anche per M5S i conti restano chiusi nel cassetto.
"Trasparenza? No grazie. Nonostante scandali e proteste sui costi della politica, i partiti ancora non si sono messi in regola con le nuove norme approvate mesi fa che impongono la pubblicazione on line delle spese dei gruppi parlamentari". Lo riferisce un'inchiesta del settimanale 'l'Espresso nel numero in edicola (14 settembre). Mancano all'appello i conti del PdL e della Lega Nord. Compito in bianco anche per Scelta Civica. E perfino i Cinquestelle, sbarcati in Parlamento cavalcando le campagne anticasta, si sono adeguati all'andazzo generale: i conti restano nei cassetti .
Come rivela l'Espresso, solo il PD e il gruppo dei partiti autonomisti (altoatesini, valdostani e altri minori) hanno messo in rete sul loro sito internet il dettaglio delle spese dei primi quattro mesi della legislatura, da marzo a luglio. Questo, infatti, è quanto prevede il nuovo regolamento approvato dal Senato, il 16 gennaio, in piena campagna elettorale. Ogni quadrimestre, recita la norma, ciascun gruppo deve pubblicare in rete "gli estremi dei mandati di pagamento, assegni e bonifici bancari".
"Per il PD la trasparenza è una cosa seria non uno slogan buono solo da gridare nelle piazze", ha dichiarato Antonio Misiani, deputato del Partito Democratico.
"L'inchiesta de l'Espresso sui bilanci dei gruppi al Senato da questo punto di vista è illuminante. L'inadempienza di quasi tutti i gruppi è un dato clamoroso e preoccupante. Ancor più stupefacente è il fatto che tra gli inadempienti compaia il Movimento 5 Stelle, che incassa soldi pubblici - perché tali sono i contributi ai gruppi - ma fa fatica a rendicontarli".

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