Sintesi dell'intervento del Presidente del Consiglio, Enrico Letta, all'Assemblea nazionale del PD (Milano, 15 dicembre 2013)
Vorrei ricordare una tra le immagini più dura della nostra storia, la sera tra il 18 e il 19 aprile scorsi quando in una stanza buia eravamo bloccati nell'impasse politica e rischiavamo non uscirne fuori.
Oggi, Matteo, dopo 8 mesi in cui, sulla mancata elezione del presidente della Repubblica abbiamo rischiato la fine del Pd, siamo qui, e il nostro partito è il baricentro, il pilastro della democrazia. Vorrei fosse chiaro a noi stessi. Dal rischio di disgregazione, oggi siamo molto più forti grazie al risultato delle primarie dove 3 milioni di persone hanno dimostrato che lo strumento delle primarie non sono affatto morto.
Ci troviamo davanti al problema di dare risposte a tanti problemi: il più grande è e rimane la grande emorragia del lavoro. Dobbiamo ridare quella speranza che è venuta meno per i giovani. Dal 1 gennaio il “piano lavoro” è la priorità del mio governo, una tappa importante per guardare con fiducia in avanti: 1,5 mld di euro saranno destinati dalla Ue per i giovani che escono dallo studio. So che i problemi della disoccupazione non hanno età ma se non ripartiamo dai giovani non ce la faremo.
I partiti sono lo strumento della democrazia, non crediamo a chi dice il contrario. Il nuovo sistema di finanziamento con il due per mille sarà un passo davvero costruttivo.
Si cerca in tutti i modi di raccontare anche i passi positivi in modo sbagliato, invece dalla crisi si uscirà con i passi positivi. Noi a differenza di altri, siamo un partito di popolo, e a quel popolo dobbiamo rispondere, loro ci dicono come andare avanti.
Lasciatemi dire anche qualcosa circa le tensioni che si hanno in questi giorni nelle città d'Italia (movimento dei forconi ndr). A tutti quelli che stanno 'lisciando' queste proteste voglio ricordare chi sono i capi di queste proteste: è gente che sta da un'altra parte rispetto a tutti i nostri valori" . Con quelli di Casa Puond noi non abbiamo niente a che fare. L'antisemitismo è una battaglia da vincere. Non scambiamo il sentimento di malessere sociale con atti che non hanno nulla a che vedere con la soluzione dei problemi.
Renzi ha stravinto le primarie, ha scelto Cuperlo alla presidenza perché ha capito che tutti insieme dobbiamo lavorare per uscire dalla crisi con un ruolo centrale dei partiti. L'Italia ce la farà se il Pd ce la farà. Uniti non ci batte nessuno.
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