"Il nuovo gruppo dirigente del PD - ha affermato Mateo Renzi dalla tribuna dell'Assemblea nazionale del PD - deve imporre una nuova visione al Paese per i prossimi 15 anni e una agenda al governo per il prossimo anno. Dobbiamo avere la consapevolezza che il PD è parte integrante di questo governo e contemporaneamente è il perno fondamentale su cui si regge".
"Noi - ha proseguito - tra 15 anni dobbiamo essere la guida valoriale dell'Europa insieme alla Germania, non dobbiamo più dire non siamo come la Grecia".
"Bisogna partire da un accordo alla tedesca, voce per voce, punto per punto e con i tempi stabiliti per i prossimi 12-15 mesi. Il primo punto per me è il lavoro. È finita l'era ideologica della discussione sul lavoro. Non si può discutere per 10 anni sull'articolo 18, mentre si dimezza l'attrattività degli investimenti esteri. Noi dobbiamo dire che tutti coloro che perdono il posto di lavoro, hanno diritto a un sussidio universale. O il Pd torna ad essere il partito del lavoro, o perdiamo la nostra identità. Secondo i sondaggi siamo il terzo partito tra gli operai, tra i precari e i disoccupati, non solo tra le partite Iva. Dobbiamo ragionare su questo punto. Dobbiamo entro un mese presentare un progetto di legge per semplificare le regole del lavoro e degli ammortizzatori sociali.
Dobbiamo prendere l'impegno di modificare la Bossi-Fini e introdurre lo Ius Soli. Piangere e fare grandi proclami quando ci sono stragi di nostre sorelle e nostri fratelli immigrati e poi dimenticarlo nel giro di pochi giorni è inaccettabile: dobbiamo inserire nel patto di coalizione l'eliminazione della Bossi-Fini e inserire lo ius soli.
Io sono fra quelli più prudenti ma il tema del “civil partnership”, le unioni civili lo metteremo nel patto di coalizione, che piaccia a Giovanardi o no: noi siamo il PD e su questo tema non possiamo fare finta di niente.
Riforma istituzioni e della legge elettorale devono essere realizzati al più presto. Alla prossima legislatura noi non eleggiamo più 315 senatori, perché il Senato non deve più avere una funzione elettiva.e si deve trasformare nella camera delle autonomie (di cui fanno parte i rappresentati delle Regioni e dei Comuni, già eletti e senza dover percepire nessuna indennità aggiuntiva - ndr). Le larghe intese devono tornare ad essere un'eccezione e non la regola, e dobbiamo dare al Paese una legge elettorale che la sera stessa ci dica chi ha vinto; una legge che chi vince governa 5 anni; una legge che consegna ai cittadini la scelta dei propri rappresentanti. Una legge che salvaguardi il bipolarismo e non ci faccia tornare alla prima repububblica.
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