«Cominciamo subito dal rapporto tra giustizia ed economia. Oggi l`assenza della prima è una tara non più sopportabile dal Paese»: lo afferma in un`intervista al Sole 24 Ore il ministro della Giustizia Andrea Orlando, secondo il quale i tribunali avranno un ruolo cruciale nel rilancio dell`economia attraverso il recupero di competitività e affidabilità internazionale del Paese. Al Consiglio dei Ministri de1 29 agosto andrà il "pacchetto civile": «Per anni sono state seguite priorità distorte - spiega il Ministro - il civile è il luogo dove è avvenuto il collasso. Ripartiamo da lì».
Ministro
Orlando, nei 12 punti della riforma della giustizia prendete di petto
vent`anni di problemi incancreniti - dal collasso del processo civile al
funzionamento del Csm, dal ripristino del penale societario e della
"adeguata" prescrizione fino alla questione intercettazioni - e sui
quali più di un esecutivo ha alzato bandiera bianca. Certamente ne avete
la consapevolezza, ma c`è la determinazione a non perdere pezzi per
strada?
«Guardi, c`è senz`altro una forte
determinazione politica ma prima ancora la consapevolezza che molti di
questi problemi bloccano l`economia e mettono in pericolo la tenuta del
Paese».
Quindi?
«Quindi
partiamo subito dal rapporto tra giustizia ed economia. Oggi la prima -
meglio, l`assenza della prima - è una tara non più sopportabile dal
Paese, un sistema costoso e non produttivo di risultati diventato
insostenibile. Che dà problemi di competitività e di affidabilità
internazionale e di gestione delle controversie tra privati. E sa cosa
succede dentro questa inerzia?».
Cosa?
«Che
si offre alla criminalità organizzata, parliamo di diritto civile, la
possibilità di offrire una "giustizia" sostitutiva, una sorta di "ordine
alternativo". Quindi più ancora che di una scelta politica, parlerei di
una necessità irrinunciabile. Per anni sono state seguite priorità
distorte, oggi diciamo che il civile, appunto, è il luogo dove è
avvenuto il collasso, nel sostanziale disinteresse della politica e dei
media. E noi ripartiamo da qui».
Quindi nel Consiglio dei ministri del 29 agosto vedremo i primi provvedimenti?
«Certo,
noi saremo pronti su tutto: Giustizia ed economia, il primo step:
soluzione dell`arretrato e specializzazione dei tribunali per arrivare,
gradualmente, alla riforma del processo. Poi, la questione
"ordinamentale" (Csm, responsabilità dei magistrati, giudici onorari,
nalizzazione "de facto". personale amministrativo). Infine la parte
relativa al processo penale».
Magistrati, appunto. Non teme di veder percepita, e osteggiata, la vostra riforma come il redde rationem dell`ultimo ventennio?
«No,
vede, è il metodo che diventa anche "sostanza". Qui come negli altri u
punti stiamo prestando tutta l`attenzione istituzionale dovuta. Non solo
coinvolgendo il Csm - che peraltro da tempo sollecita una revisione
della propria legge elettorale - ma anche facendo da argine a pretese
eccessive della politica. Sulla responsabilità civile dei giudici, per
esempio, abbiamo respinto l`azione diretta che dava adito, quella sì, a
un sospetto di aggressione al giudice e a un`intimidazione. Il punto è
la prospettiva di quello che si fa:la nostra, oggi, è tutelare i diritti
del cittadino che ha subito un danno. E se è successo, lo Stato paga e
poi si rivale sul magistrato in torto secondo precise regole».
Reintrodurrete il falso in bilancio, dopo 12 anni di depenalizzazione "de facto".
«È
una questione di affidabilità del sistema, che deve essere percepita
anche da lontano, in modo chiaro. È uno strumento essenziale per
contrastare la corruzione e garantire la concorrenza».
Abbasserete le soglie di punibilità.
«Però
dobbiamo evitare di cadere in un`eccessiva re-giurisdizionalizzazione
che finirebbe per punire le piccole imprese per fatti di relativa o
nessuna gravità».
Però poi date segnali
esterni contrastanti. La "svuota carceri" ha liberato 14 mila detenuti
in sovraffollamento al prezzo di depotenziare quasi del tutto la
custodia cautelare, chiedendo peraltro ai giudici di emettere un
giudizio profetico (sulla condanna finale superiore in concreto a 3
anni) prima di far scattare le manette.
«Perché
contrastanti? La custodia cautelare ha una funzione endoprocessuale,
non può essere usata come un deterrente generale" e non è
un`anticipazione della pena, la cui determinazione spetta al giudice del
processo e solo a lui. E poi con il nostro decreto abbiamo modificato
l`automatismo di cui lei parla, consentendo comunque al giudice
dell`indagine di valutare sempre la pericolosità sociale dell`indagato, e
se del caso restringerlo in attesa di processo».
E i 14 mila condannati tornati liberi non sono un problema?
«Erano
stati condannati in parte per reati "di strada", altri erano invece in
attesa di giudizio per gli stesi reati: figli di leggi estremamente
punitive e progressivamente smontate dalla Consulta e dalla Cassazione.
Nessuna pena è stata cancellata, ci sono stati sconti mirati e selettivi
senza ricorrere a provvedimenti eccezionali».
Tema
intercettazioni. C`è un versante investigativo e un altro (la
pubblicazione degli atti sui mass-media) sul quale due suoi illustri
precedessori (Mastella e Alfano) hanno dato forfait. Non c`è il rischio
concreto che si traduca in un vincolo per le indagini e in un bavaglio
per l`informazione?
«Come mezzo di ricerca della prova non cambieremo nulla, anzi, ne amplieremo l`utilizzo ai fatti di corruzione».
Sulla pubblicazione invece?
Sappiamo
benissimo del delicato equilibrio tra diritto all`informazione e tutela
della privacy e stiamo cercando una soluzione condivisa».
Con chi?
«Con
gli editori, i direttori di giornali, i giornalisti. Io credo davvero
che si possano fare passi avanti, tutti insieme, agendo in modo convinto
sulla deontologia. Anche qui vogliamo applicare il metodo della
condivisione degli obiettivi e sopratttutto del modo per arrivarci».
Il
premier Renzi nella conferenza stampa di fine giugno, che ha dato avvio
alla consultazione pubblica online per la riforma della giustizia, ha
annunciato anche l`esordio del nuovo reato di autoriciclaggio.
«Esatto».
Ma
il problema è che quella norma, dopo almeno dieci anni di gestazione, è
già presente nel Ddl sul rientro dei capitali al vaglio della Camera.
Non le pare strano?
«È importante che il
reato sia stato formulato, anche se è lì per una necessità contingente
(combattere l`evasione fiscale internazionale, ndr). La commissione
Finanze della Camera ha messo un paletto fondamentale, ora non è un
problema "dove" l`autoriciclaggio finirà, ma "come" finirà. Perché
comunque su quella ipotesi bisognerà lavorare, in una prospettiva di un
nuovo reato svincolato da necessità contingenti e destinato a stare in
pianta stabile nell`ordinamento. Nel Cdm del 29 faremo una proposta in
questo senso».
Appellabilità delle sentenze. I penalisti temono un taglio netto, con buona pace dei diritti...
«Faremo
un passaggio anche con le Camere penali per trovare un equilibrio
corretto. Ma l`impianto da cui partiamo è quella della commissione
Canzio sia di concerto con il ministro Cancellieri e con la presenza
degli avvocati. Ci confronteremo sull`articolato; di certo le garanzie
processuali dovranno andare di pari passo con i tempi "certi" della
sentenza».
Tornialito un momento al processo civile. Lei è davvero convinto di farcela a eliminare l`arretrato di 5,3 milioni di cause?
«Il
tema è un altro: dobbiamo farlo, de-giurisdizionalizzando le procedure,
responsabilizzando gli avvocati e specializzando l`offerta con i
tribunali "per materia". Oggi abbiamo un contenzioso pari a 3,5 volte la
Germania, non è più ragionevolmente sostenibile».
Però
sui tribunali specializzati l`esperienza dell`ultimo decennio non può
certo dirsi felice: più contenziosi e confusione applicativa che
risultati. Eppure non solo riproponete il tribunale per l`impresa, ma
anche quello della famiglia.
«No, vede, la
specializzazione non solo è un trend europeo, ma è figlia della
complessità attuale. Il giudice "tuttologo" poteva andar bene in una
società e in un economia più semplice, oggi non più. E comunque il
bilancio dei nuovi tribunali delle imprese (legge Severino, ndr) hanno
dato risultati numericamente piccoli e di nicchia ma qualitativamente
importanti, tanto da farci risalire nella classifica dell`efficienza
della giustizia civile».
Ha menzionato gli
avvocati. Lei dopo anni di incomprensioni ha condotto
un`operazione-recupero che non è passata inosservata. Vuol dire che
troverà anche il tempo di completare la riforma professionale del 2012 e
per risolvere anche il tema della società "speciale" tra avvocati?
«Lo
stiamo già facendo, solo che è "oscurato" al dibattito pubblico dalle
altre iniziative che il governo sta portando avanti. Il sistema
giustizia non può non contare sull`apporto convinto e condiviso di
un`avvocatura moderna.
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