mercoledì 29 aprile 2015

Approvato il bilancio regionale. Bonaccini: "Ora il patto per il lavoro"

E' stato approvato, in Assemblea legislativa, il bilancio della Regione Emilia-Romagna. Si tratta di una manovra di 12 miliardi di euro che, prevede tra le sue priorità di spesa, il cofinanziamento ai fondi strutturali europei e contiene anche le conferme sui fondi per la non autosufficienza e le politiche socio-sanitarie e un’attenzione particolare alla sicurezza dell’ambiente e ai trasporti.
“In un quadro di finanza pubblica complicata abbiamo definito le priorità in modo chiaro e abbiamo raggiunto un risultato importante - ha detto l'assessore al Bilancio Emma Petitti - anche grazie ad un’ampia consultazione delle organizzazioni sociali ed economiche".

Le cifre e il quadro generale.

Cogliere le opportunità della nuova fase di sviluppo e crescita mantenendo lo stato sociale. Questi gli obiettivi di fondo del bilancio previsionale 2015, approvato oggi in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che conferma gli impegni a lasciare bloccata la pressione fiscale, contenere le spese e accompagnare il processo di riordino istituzionale.
Il Bilancio di previsione 2015 (che ha entrate e uscite pari a 12 miliardi di euro) prevede tra le sue priorità di spesa il cofinanziamento ai fondi strutturali europei e contiene anche le conferme sui fondi per la non autosufficienza e le politiche socio-sanitarie e un’attenzione particolare alla sicurezza dell’ambiente e ai trasporti.
“Rilanciamo lavoro, occupazione e investimenti pubblici, salvaguardiamo welfare e sanità. Con questo bilancio - sottolinea il presidente della Regione Stefano Bonaccini - manteniamo gli impegni presi e, pur tagliando come nessun altro ha fatto e non aumentando un solo euro di tasse, mettiamo la Regione in condizione di fare ingenti investimenti contro il dissesto idrogeologico e per il rilancio e l’accompagnamento di una crescita vera. La nostra ossessione rimane quella di creare posti di lavoro. Stiamo lavorando sodo perché, a fine maggio, come avevamo promesso, vogliamo sottoscrivere il patto per il lavoro e io mi auguro di poterlo firmare con tutte le parti sociali”.
“In un quadro di finanza pubblica complicata abbiamo definito le priorità in modo chiaro e abbiamo raggiunto un risultato importante - spiega l’assessore regionale al Bilancio Emma Petitti - anche grazie ad un’ampia consultazione delle organizzazioni sociali ed economiche, prima e durante la redazione del progetto di legge sul bilancio, che ci ha consentito di delineare obiettivi comuni e registrare apprezzamenti da parte di organizzazioni sindacali, piccole e medie imprese ed enti locali. Oggi ci sono spiragli positivi che vogliamo radicare con le scelte di sviluppo e crescita compiute nel bilancio preservando e valorizzando politiche del turismo e culturali. Nei prossimi anni, inoltre, lavoreremo per mettere in campo interventi per realizzare politiche di genere, a partire dall’attuazione della legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere”.
 
Le cifre
Queste le linee del bilancio di previsione 2015, una manovra complessiva da 12 miliardi di euro di cui 8 solo per la sanità.
Il primo rilevante elemento di priorità delle spesa riguarda la copertura che con il bilancio di previsione 2015 si fornisce al cofinanziamento regionale dei fondi strutturali europei (Fse, Fesr e Feasr) con riferimento alla nuova programmazione comunitaria 2014-2020. L’importo annuale di tale impegno ammonta complessivamente a circa 56,1 milioni di euro e consentirà una spesa sul territorio regionale per 368 milioni di euro per 7 anni e di sbloccare risorse totali per 2,5 miliardi di euro destinati a lavoro, ricerca e innovazione.
Per accompagnare la legge di riordino istituzionale e il percorso verso la costituzione delle aree vaste, il bilancio assicura una quota aggiuntiva pari a 28 milioni di euro (oltre ai 31 milioni ordinariamente previsti) che consentiranno la copertura integrale delle spese inerenti le funzioni da delegare o mantenere in gestione diretta, oltre a garantire il lavoro ai dipendenti delle Province.
Tra i punti prioritari: il mantenimento dei servizi alla persona, con 120 milioni di risorse proprie e aggiuntive per il Fondo regionale per la non autosufficienza (che così arriva a 460 milioni complessivi) e il sostegno a economia e turismo.
In particolare per le politiche di sviluppo economico sono previste più risorse rispetto al 2014: complessivamente 38 milioni di euro per il cofinanziamento dei Fondi europei, le leggi d’incentivazione regionale e l’Expo (5 i milioni per quest’anno che si sommano agli altri 2,5 già stanziati nel 2014).
Per quanto riguarda il turismo, l’obiettivo al 2020 è che superi il 10% del Pil regionale. In questa prospettiva, il bilancio conferma 28,3 milioni per Apt e Unioni di prodotto, programmi per favorire il turismo e la commercializzazione e i consorzi fidi.
Per le politiche dell’agricoltura si prevede il raddoppio delle risorse proprie correnti finalizzate al cofinanziamento dei fondi europei che aumentano, tra il 2014 e il 2015, da 15 milioni a 29 milioni di euro. Sostanzialmente confermate le risorse finanziarie per le altre attività (9 milioni).
Per quanto riguarda la formazione e il lavoro, sono previste risorse regionali pari a 17 milioni di euro (connesse ai cofinanziamenti del Fse) e oltre 41 milioni di euro per interventi di natura pubblica a sostegno delle fasce più deboli del mercato del lavoro.
Per le politiche socio-sanitarie, oltre alle risorse per il Fondo per la non autosufficienza regionale, vi sono 46 milioni a integrazione al Fondo sanitario nazionale; 20 milioni al Fondo speciale per il sociale; 2,2 milioni al Fondo regionale degli affitti e 1 milione al Fondo per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
L’Emilia-Romagna è l’unica Regione ad aumentare i fondi per la cultura: 28,4 milioni di euro complessivi, con un incremento di oltre 10 milioni rispetto al 2014.
Per quanto riguarda il diritto allo studio, 20 milioni di risorse regionali vengono assegnate alle borse di studio universitarie, 4 milioni alle borse di studio scuole medie superiori e 3 milioni ad attività per la formazione scolastica. Un milione va alle politiche sportive, 4 milioni sono per gli impianti sportivi.
Per le politiche per l’ambiente e la difesa del territorio si confermano i fondi con particolare attenzione alla protezione civile, al contrasto al dissesto idrogeologico e alla valorizzazione dei parchi e delle riserve naturali (45 milioni).
Nessun taglio, infine, al trasporto pubblico locale, così da garantire i servizi ai cittadini emiliano-romagnoli: alle risorse proprie regionali (oltre 36 milioni) si aggiungono 363 milioni di euro, che sono la quota destinata all’Emilia-Romagna per il 2015 dal Fondo nazionale per il trasporto pubblico. Le spese d’investimento aggiuntive destinate ai trasporti e alle infrastrutture ammontano a 40 milioni, e riguardano sistemi informativi e telematica (2,3 milioni), riqualificazione urbana (5 milioni), viabilità (10 milioni), manutenzione e sistema di sicurezza della rete ferroviaria (5 milioni) e People mover (17,5 milioni).

Linee generali
Il difficile contesto di finanza pubblica nel quale si è collocata l’approvazione della legge di stabilità 2015 ha richiesto un contributo rilevante da parte delle Regioni e degli enti locali. Per le sole Regioni, i 4 miliardi previsti per quest’anno si sono aggiunti agli effetti cumulati delle precedenti manovre di rientro che hanno prodotto minori trasferimenti complessivamente pari a 5,7 miliardi.
L’accordo tra Regioni e Governo ha permesso di contenere, attraverso un’importante azione di mediazione e confronto, i tagli diretti sul bilancio dell’Emilia-Romagna a 61 milioni di euro (di cui 20 dal mancato gettito sull’Irap e 41 dalla mancata riduzione dei fondi Fas). A fronte dei minori tagli, le Regioni si sono impegnate a cedere maggiori spazi finanziari agli Enti locali del proprio territorio attraverso il patto incentivato regionale. Per l’Emilia-Romagna si tratta di 80 milioni con i quali gli Enti locali potranno accelerare i pagamenti alle imprese per le opere pubbliche già realizzate.
Infine, con i risparmi ottenuti sulle spese collegate al funzionamento (personale), al costo della politica, alla sanità (parte burocratica) e agli oneri finanziari, si è riusciti a recuperare 82 milioni di euro ed evitare così tagli ai servizi.

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