domenica 7 agosto 2016

Eleonora Proni eletta Segretaria della Federazione ravennate del PD con il voto unanime dell'Assemblea provinciale

L'intervista di Ravennanotizie alla neo eletta Segretaria PD, Eleonora Proni (6 agosto 2016)

Eleonora Proni: Traghetto il PD al congresso. Punto a un partito aperto e unito e faccio il Sindaco
Segretaria con il doppio incarico Proni tiene a precisare che prima di tutto è e resta Sindaca di Bagnacavallo


Eleonora Proni, neo segretaria del PD - eletta ieri sera all'unanimità - e Sindaca di Bagnacavallo ha avuto una mattinata durissima, senza respiro. Ci dovevamo sentire alle 11 per un'intevista, riusciamo a parlarci al telefono solo alle 13. Sono le prove generali del doppio incarico. Un assaggio delle difficoltà che l'aspettano. Lei non si tira indietro. Ma precisa che prima di tutto è Sindaca di Bagnacavallo e il suo primo impegno resta quello verso i suoi concittadini che l'hanno eletta.

Proni, è stata eletta all'unanimità segretaria provinciale del PD. Quindi, continua la gestione unitaria e senza scosse del PD di Ravenna iniziata dal suo predecessore Michele de Pascale. Tutt'altra musica rispetto al PD nazionale dove non passa giorno in cui non si litighi?

"La scelta unitaria di ieri sera è la dimostrazione che il PD di Ravenna può essere una comunità politica in cui esistono sensibilità diverse ma sulle scelte importanti si va avanti insieme, con unità d'intenti. Questo per me è il modo giusto per lavorare bene come partito. Ed è un merito che va riconosciuto - e che il partito ha riconosciuto - a Michele de Pascale. Sono grata a chi ha pensato a me per portare avanti questa politica e la gestione unitaria del partito."



A livello nazionale nel PD ci si divide e si litiga sulle riforme istituzionali e sul referendum confermativo delle riforme Renzi-Boschi. Lei che ne pensa?

"Penso che dobbiamo concentrarci sul merito delle cose, dei contenuti delle riforme approvate in Parlamento e da approvare con il Referendum. Le riforme non sono di Renzi o della Boschi, ma sono state volute e votate dal PD. Da tanto tempo aspettiamo queste riforme, ora le abbiamo fatte ed è un risultato importante. È chiaro che su questi temi possono esserci anche opinioni e visioni diverse nel PD, una comunità politica grande e aperta dove c'è spazio per sensibilità e idee differenti. Ma non ci sono due PD su queste cose. Ci sono le riforme che il PD ha fortemente voluto e su quelle dobbiamo lavorare per ottenere la conferma popolare."

Cosa pensa della personalizzazione proposta inizialmente da Renzi sul referendum - o con me o contro di me - anche se ora il Premier sembra abbia corretto il tiro?

"Penso non sia utile. Renzi è fatto così. Gioca le sue carte puntando molto sul ruolo della sua personalità. Comunque ora ha corretto questa posizione, anche perchè ha capito che potrebbe danneggiare la causa delle riforme. Ripeto, dobbiamo discutere nel merito della bontà delle riforme, l'appuntamento dell'autunno non deve diventare un referendum su Renzi."

Lei è diventata renziana?

"Non amo queste categorie. Non mi piace la personalizzazione esasperata e non sono abituata ad aderire a una persona. Non sono nè renziana nè bersaniana. Sono del PD e nel PD ci sto con la mia testa. Per esempio al referendum sulle trivelle ho fatto di testa mia."

Cioè?

"Sono andata a votare e ho votato sì. Nessuno me lo ha chiesto. Ho scelto in grande autonomia. E senza sbandierarlo o caricando questa scelta di significati impropri."

Insomma, in questo caso non ha seguito le indicazioni del partito.

"La mia scelta è dentro una normale dialettica di partito. Per me possono coesistere opinioni e scelte diverse su singole questioni. Però è chiaro che in una comunità come la nostra ci si confronta, si discute a viso aperto, magari a volte si litiga, ma poi bisogna anche fare la sintesi se si vuole andare avanti insieme. Ci sono i congressi, i segretari, gli organismi dirigenti. Il partito è unico, ha una guida, non ci possono essere tanti partiti dentro uno stesso contenitore. Per dirla con parole che suonano ormai fuori moda, alla fine, un partito deve pur averla una linea politica e quella linea i militanti devono cercare di portarla avanti tutti insieme. Non c'è nulla di strano in questo, è normale, è la fisiologia della politica se si sta in un grande partito."

Torniamo a Ravenna. Il PD è unito e conserva gran parte delle leve del governo locale. Ma ha perso molti voti e si trova a fronteggiare una dimensione di astensionismo mai conosciuta prima. Segnali allarmanti. Lei come pensa di muoversi?

"Con umiltà e spirito di apertura. Cercando di tornare a parlare con le persone, per capire cosa chiedono, cosa ci rimproverano, dove per loro abbiamo sbagliato. Per capire anche perchè hanno votato per altri, come i 5 Stelle. E soprattutto per riportare gli elettori a credere nella politica, nell'impegno, nel voto. Ripartiamo dalle cose concrete che interessano le persone, che riguardano le loro vite: il lavoro, il fare impresa, i servizi, le sicurezze. Stiamo sui contenuti e cerchiamo di aprirci, parlare, di accorciare le distanze. Questo cercherò di fare. E so che non sarà facile, ma ci proverò."

Come pensa di affrontare i due incarichi?

"Anche questo non sarà facile, lo so. Sarà faticoso e questa mattina ne ho avuto un primo assaggio. La priorità per me sono i cittadini di Bagnacavallo, che mi hanno eletta alla guida del Comune. Poi, certo, non trascurerò il lavoro per il Partito Democratico che mi ha dato fiducia e mi ha chiesto questo ulteriore impegno. Ma è chiaro che io non sarò un uomo solo al comando, non solo perchè sono donna, ma anche perchè non è nella mia indole. Per cui la guida del PD sarà una guida corale. Ho posto io come condizione che sia così: prima di tutto devo fare il Sindaco e non posso dedicarmi a tempo pieno al PD. In secondo luogo non è mia abitudine fare da sola. In terzo luogo, il mio mandato al PD è un mandato a tempo, cioè per portare il partito alla scadenza naturale del congresso nel 2017. Per tutte queste ragioni, la guida del PD dovrà essere e sarà corale. Io insieme a tanti altri e altre."

A cura di Pier Giorgio Carloni

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