giovedì 20 ottobre 2016

Marroni, annata in ritardo, ma qualità e quantità crescenti

La rinascita della castanicoltura sembra essere attiva e concreta. Nella Valle del Senio e nel territorio dell’Alto Mugello, dopo anni di produzione decimata da fattori diversi, cinipide, funghi, muffe e siccità, adesso qualche bagliore di rinascita e rimessa in carreggiata sembra si inizi a vedere.
«Non possiamo dire di essere completamente usciti dal tunnel oscuro in cui da alcuni anni viaggiavamo ma - conferma il presidente dell’associazione dei produttori della valle del Senio, Giuseppe Pifferi - i segnali di controtendenza ci sono. E’ ancora presto per poter fare un bilancio per questa stagione di raccolta ma tutto sommato la situazione è buona».
In questo 2016 a creare qualche problema alla campagna di raccolta sembra non sia stata la famigerata «vespa cinese» bensì la fase di siccità. «Grazie alle campagne di lanci biologici effettuati in tutto il territorio dell’antagonista naturale del cinipide possiamo affermare di aver quasi ristabilito un equilibrio naturale che ci permetterà di riavere raccolti soddisfacenti». Nella media e alta valle del Senio la castanicoltura rappresenta un importate ambito produttivo per le aziende agricole montane. Per quanto riguarda l’associazione presieduta da Pifferi i numeri si attestano su un centinaio di associati con 500 ettari di superficie produttiva. «Oggi siamo indietro con la raccolta per la siccità di fine estate che ha rallentato la crescita dei ricci. Quello che da un primo sondaggio possiamo notare è che di prodotto ce n’è, e in alcuni ambiti anche di buona pezzatura. Per ora il prezzo all’ingrosso ci sta soddisfacendo visto che si parla di 500/600 euro al quintale che diventano, al dettaglio, dagli 8 ai 10 euro al chilogrammo».

(Riccardo Isola, settesere)

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