giovedì 6 aprile 2017

Come contenere la pressione dei cinghiali sul territorio. Intervista al Presidente dell'ATC Ravenna 3, Nicola Grementieri

I quotidiani locali “Resto del Carlino” e “Corriere di Romagna”, hanno dato rilievo alle preoccupazioni del mondo agricolo per l’aumentata presenza di cinghiali sul territorio, fino alle zone di pianura. Per saperne di più ci siamo rivolti a a Nicola Grementieri, imprenditore e agricoltore casolano, Presidente dell’ATC 3 – Faenza (Ambito territoriale di caccia) in rappresentanza del mondo agricolo.

-    Nicola, qual è la situazione della presenza di ungulati sul nostro territorio, cinghiali ma anche caprioli?
La presenza di ungulati nel nostro ATC è una presenza importante. Nel 2016 sono stati abbattuti 500 cinghiali nei Comuni di Casola Valsenio, Riolo Terme, Brisighella e nella zona collinare di Faenza e all'incirca 350 caprioli nei Comuni di Casola Valsenio, Riolo Terme e Brisighella. Per quanto riguarda i cinghiali non si riesce ad abbattere più del 50% dei capi presenti sul territorio per il fatto  che gli animali vanno a rifugiarsi in zone interdette alla caccia (oasi, area parco, rifugi).
Sul capriolo è diverso. Nella primavera di ogni anno vengono fatti censimenti su tutto il distretto da parte dei cacciatori. I dati vengono elaborati dal nostro tecnico faunistico che stilla un piano di abbattimento che viene presentato alla Regione per il parere di conformità, previo nulla osta da parte dell’ISPRA.
Abbiamo una presenza al disopra della norma a Brisighella zona Pietra Mora/Ceparano, dovuta alla presenza di una Azienda faunistico-venatoria che non fa il proprio dovere.


-    Quali scelte ha fatto l’ATC per contenere la pressione dei cinghiali sul territorio e prevenire i danni all’agricoltura?

Per alleviare le tensioni con il mondo agricolo abbiamo messo in campo una strategia che prevede di dare un contributo economico o materiale sulla prevenzione (reti, recinti elettrificati, detentori acustici, ecc). Inoltre, la “squadra” adibita alle battute aiuta, all'interno della zona di competenza, a montare i recinti e a mantenerli; per responsabilizzare e motivare ancora di più i cacciatori in questa azione di prevenzione, abbiamo deciso di addebitare i danni alle squadre.
A partire dall’inizio del mio mandato abbiamo messo in campo la caccia di selezione che parte dal 15 aprile di ogni anno, perché cacciare solo durante la stagione venatoria – in novembre, dicembre e gennaio – si è rivelato non sufficiente a contenere la diffusione della specie. 

-    Puoi dare qualche dato sulla dimensione e l’attività dell’ATC che presiedi…? Dimensione del territorio, assetto del territorio (presenza di ZR, ZRC, ecc.), attività di prelievo e ripopolamento, ma anche attività di controllo e prevenzione che, sono rese possibili dall’impegno volontario dei cacciatori. Perché caccia non è solo attività venatoria, è anche tutela e protezione del territorio. Giusto?

Il mio ATC ha una superficie di 45000 ettari e comprende i territori di Casola Valsenio, Riolo Terme, Castel  Bolognese, Solarolo, Faenza e Brisighella. Le competenze sono vastissime: si va dal controllo delle ghiandaie e delle gazze al controllo delle nutrie, ed è l’ATC che si occupa della tabellatura delle zone di rifugio (ZR) e delle zone di ripopolamento e cattura (ZRC).
Nel mese di dicembre e gennaio catturiamo lepri e fagiani dalle zone di pianura, dove la densità è molto alta e li immettiamo in collina per avere omogeneità tra le diverse aree territoriali. Tutto questo con l’intervento di volontari, ai quali - per incentivarne la presenza – vengono scontati 10 euro sul costo del tesserino annuale (€ 125) per ogni giornata prestata. E' compito dell’ATC, inoltre, gestire i piani di controllo del cinghiale all'interno del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, e del capriolo nell’area di preparco.

Il Corriere di Romagna, 5 aprile 2017

Il Resto del Carlino, 5 aprile 2017

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