giovedì 13 aprile 2017

Il decreto Minniti sull’immigrazione è legge: tempi rapidi per l’asilo e nuovi strumenti per l’accoglienza

Le principali novità introdotte dal provvedimento
La Camera ha approvato il decreto sull’immigrazione con 240 voti a favore, 176 voti contrari e 12 astenuti. Il premier Paolo Gentiloni ha commentato su Twitter il via libera di Montecitorio sottolineando gli aspetti positivi che il nuovo decreto introduce. In particolare per quanto riguarda le tempistiche per il diritto di asilo e l’efficacia degli strumenti per l’accoglienza e l’integrazione.

Il decreto intende, come ha già sottolineato il premier, snellire le procedure per l’esame dei ricorsi sulle domande d’asilo. Questo per far fronte alla grande mole di richieste arrivate nell’ultimo anno e che hanno aumentato in maniera preoccupante il carico di lavoro dei tribunali. Il provvedimento intende anche intensificare l’espulsione degli immigrati irregolari attraverso l’allargamento della rete dei centri per il rimpatrio, gli attuali Cie che si trasformeranno in Cpr (Centri di Permanenza per il Rimpatrio). Si passerà da quattro a venti centri, uno in ogni regione, per un totale di 1.600 posti.

L’approvazione del decreto ha anche un grande peso per capire gli equilibri tra le forze politiche. Diversi deputati dem hanno infatti sottolineato il comportamento contraddittorio di MDP. “Sul decreto immigrazione è lecito avere opinioni diverse. – sostiene il capogruppo PD in commissione Affari costituzionali della Camera, Emanunele Fiano – E’ però incredibile che un gruppo che sostiene il governo come Articolo 1 voti a favore del provvedimento al Senato e poi voti contro alla Camera sullo stesso identico testo. Sorge spontanea una domanda: qual è la vera linea politica di MDP?”.
Ecco le principali novità introdotte dal provvedimento:

I NUOVI CENTRI DI PERMANENZA PER IL RIMPATRIO 
Il decreto prevede l’apertura di nuovi centri chiamati CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio), che non avranno nulla a che vedere con i vecchi CIE (Centri di identificazione ed espulsione) e saranno monitorati quotidianamente da varie realtà e istituzioni umanitarie. I nuovi centri, che ospiteranno al massimo 150 persone, passeranno dagli attuali 4 a 20 – in pratica uno per ogni regione – per un totale di 1.500-1.600 posti. Previsto l’accesso ai Centri per i rimpatri, senza autorizzazione, per gli stessi soggetti ammessi a visitare gli istituti penitenziari.

SEMPLIFICAZIONI 
Per le richieste di asilo il decreto prevede l’annullamento del secondo grado di giudizio in caso di negazione del diritto (resta il solo ricorso in Cassazione), la semplificazione di una serie di procedure che riguardano le notifiche dei provvedimenti da parte delle forze di polizia ai migranti, la possibilità di iscriversi all’anagrafe solo con il permesso di soggiorno regolare. Altre modifiche riguardano i casi di irreperibilità. Le notificazioni degli atti delle Commissioni territoriali si perfezioneranno solo previo deposito, per 20 giorni, presso le questure. Sono state apportate, infine, limitate modifiche alle modalità di trascrizione della videoregistrazione del colloquio, mentre sull’istanza deciderà la Commissione territoriale.

RIMPATRI PIU’ VELOCI 
Il provvedimento inaugura iter più snelli per i rimpatri; l’obiettivo è costruire un sistema di cooperazione con i paesi di provenienza attraverso accordi bilaterali, come già fatto con la Libia, il Niger, il Sudan o la Tunisia. Per quanto riguarda, ancora, il complesso tema dell’accoglienza, il governo punta su un modello più possibile incentrato su quello “diffuso e integrato” con gli enti locali, seguiendo quanto già fatto con il sistema Sprar.

PIÙ SEZIONI PER CHIEDERE ASILO E PROTEZIONE 
Presso le Commissioni di merito per l’accoglimento della richiesta di asilo o protezione umanitaria, vengono istituite 26 Sezioni specializzate al posto delle 14 originariamente previste, tante quante le sedi di Corte d’Appello. Prevista ancora la possibilità per l’interessato di presentare istanza motivata per essere audito direttamente dal giudice e che la decisione sull’istanza venga presa in modo collegiale anziché monocratico (fermo restando la trattazione monocratica). Alle Sezioni, già competenti in materia di accertamento dello stato di apolidia, è stata, inoltre, attribuita la competenza in materia di accertamento dello stato di cittadinanza italiana.

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