mercoledì 2 agosto 2017

2 agosto 1980. 37 anni fa la strage della stazione di Bologna

La più grande strage italiana in tempo di pace. Ottantacinque morti, più di duecento feriti. La vittima più piccola è Angela Fresu, di appena 3 anni, e poi Luca Mauri, di 6, Sonia Burri, di 7, fino ai più anziani: Maria Idria Avati, 80 anni, e Antonio Montanari, 86.
Tra presunte rivendicazioni e smentite, dopo 21 anni di udienze e 15 processi, per la magistratura esiste una sola ed unica verità: quella della destra eversiva con a capo Valerio Fioravanti che intendeva colpire al cuore Bologna la rossa. Giovanni Minoli, in questo documento RAI-La storia siamo noi, attraverso interviste esclusive, ricostruisce l'attentato italiano più tragico e sanguinoso della storia del nostro paese, un evento che lascia molti interrogativi ancora aperti, su cosa sia davvero successo quel sabato d'agosto a Bologna.

Quel sabato per molti italiani stanno cominciando le ferie estive. Alcuni scelgono le autostrade, pronti ad affrontare interminabili code, stipati tra le lamiere roventi delle automobili. Altri preferiscono il treno. La stazione è dunque gremita di persone sin dalle prime ore della mattina. Alle 10:25 però il tempo si ferma: 23 kg di tritolo contenuti in una valigetta esplodono nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione ferroviaria. Le lancette del grande orologio che faceva affrettare il passo ai viaggiatori in ritardo segnano ancora oggi quell'ora terribile. Un boato squarcia l'aria, crolla l'ala sinistra dell'edificio: della sala d'aspetto di seconda classe, del ristorante, degli uffici del primo piano non resta più nulla. Una valanga di macerie si abbatte anche sul treno Adria Express 13534 Ancona-Basilea, fermo sul primo binario. Pochi interminabili istanti: uomini, donne e bambini restano schiacciati.


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