La Direzione approva all’unanimità la relazione del segretario
Il PD unito e la coalizione da costruire. Su questo duplice asse ha ruotato la relazione – alla fine approvata all’unanimità – alla Direzione del PD convocata per fare il punto sulla legge elettorale e dare un preciso mandato ai gruppi parlamentari. Mandato chiaro: continuate a lavorare sul cosiddetto Rosatellum 2, che da martedì sarà in aula a Montecitorio.
L’ipotesi legata al nome del capogruppo PD – Rosato ha anche tenuto un’informativa di merito – com’è noto è un sistema proporzionale ma con un’ampia quota di maggioritario uninominale.
A Renzi non sfugge – anzi, l'ha valorizzata – l’implicazione che il sistema elettorale produce: e cioè la costruzione di una coalizione nei collegi. Di qui la totale assenza di polemica diretta con MDP (che per Renzi è abbastanza inusuale…) e l’insistenza sulla necessità di guardare fuori dal PD proprio per mettere in campo un’alternativa vincente rispetto alle destre.
Sulle quali – ha notato il segretario – c’è da dire che vivono qualche difficoltà, soprattutto per quel che riguarda il M5S: “Sono più in difficoltà di noi. Anche la destra: la Meloni sui referendum per le autonomie, Salvini che su Instagram pubblica cose da mangiare, Berlusconi che riesce ad essere lunedì alfiere dell’Europa e il martedì alfiere del populismo. E i Cinque 5 sono in calo, anche se vanno presi sul serio”.
Per vincere, però, occorrono due condizioni: che il PD sia unito (“Non dobbiamo dividerci. Non dobbiamo rinunciare al confronto interno, ma da qui a inserire Tafazzi nel nostro pantheon ce ne passa. Sono il primo a farmi carico di questo perché chi non gioca con la squadra fa fare goal agli avversari”). E in secondo luogo che si lavori guardando ciò che si muove a sinistra, con la scontata attenzione a Campo progressista ma senza neppure alzare il volume della polemica con i fuoriusciti (“I nostri nemici non sono quelli che ci hanno lasciato”).
Un’importazione condivisa da Andrea Orlando (“Bisogna mordersi la lingua”), che pure ha sollecitato Renzi a riflettere sul fatto che in campagna elettorale “non basterà ricordare i successi, bisogna anche indicare una strada per il futuro e su questo ancora non ci siamo”. Mentre il segretario aveva molto battuto sui successi del suo e del governo Gentiloni (presente alla relazione del segretario): “I risultati ottenuti sono il trampolino per il futuro. Il momento è semplice: o il PD blocca il populismo o il populismo vince solo in Italia”.
Del ministro per la Giustizia, Renzi aveva detto di aver apprezzato la sua valutazione sul fatto che le elezioni siciliane non hanno un valore nazionale.
Gianni Cuperlo ha proposto di valutare l’ipotesi del voto disgiunto (“Aiuta la coalizione”) valorizzando l’impianto del Rosatellum 2.
Diversi i membri del governo presenti: da Gentiloni (all’inizio), ovviamente il vicesegretario Martina, da Minniti a Franceschini, dalla Boschi alla Pinotti, al sopracitato Orlando.
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