MDP chiede un incontro a Renzi
Marco Lavia (Democratica, 22 ottobre 2017)
La “svolta” di MDP non è del tutto sorprendente. È un primo effetto della legge Rosato – fa notare in un tweet Pierluigi Castagnetti – che prevedendo un terzo di collegi uninominali “costringe” a fare alleanze. e dove va Mdp da solo? E dunque.
“Sono pronto a incontrare Renzi”. Con un’intervista a Repubblica Roberto Speranza apre al Pd. E chiede un appuntamento immediato al segretario dem: “Possiamo vederci già domani – dice – tu sei disponibile?”.
Per Speranza il terreno di confronto è duplice: legge elettorale e legge di bilancio. “Abbandonino la strada della fiducia al Rosatellum e modifichiamo la legge con le preferenze, oppure aumentando i collegi uninominali. E prevediamo il voto disgiunto”.
Secondo il leader di MDP, inoltre, Renzi deve cambiare radicalmente “le politiche sbagliate” degli ultimi anni, come quelle sul Jobs act e sulla scuola. E da questa base ripartire per affrontare il pericolo populista: “La destra, ovunque, è fortissima. E nessuno di noi può fare finta di niente. Io di certo non voglio”. In futuro tutto è possibile, anche la ricomposizione del centrosinistra: “La rottura nel PD è arrivata dopo una frattura nella società italiana. Se si ha il coraggio di ricomporre questa frattura, e di ragionare di una politica
di radicale discontinuità, allora anche noi dobbiamo avere il coraggio di confrontarci”.
Renzi ha dato una prima risposta alla trasmissione di Lucia Annunziata: “Bisogna essere molto chiari: ma come, verrebbe da dire, dopo tutto quello che ci avete detto… come potete pensare di dialogare? Io però voglio vedere il bicchiere mezzo pieno e guardo all’apertura: se è seria, bene. Discutiamo di cose concrete: sulla legge elettorale e le preferenze si è fatto un accordo con tanti partiti, anche dell’opposizione, e ora rimettere in discussione il Rosatellum è molto difficile. Ci chiedono di non porre la fiducia al Senato dopo quella a Montecitorio? Come alla Camera lo ha deciso Paolo Gentiloni parlando con i capigruppo, così al Senato lo deciderà il premier parlando con i capigruppo”.
Fra mille difficoltà comunque il gioco a sinistra è dunque riaperto. Nel PD lo sponsorizzano Cuperlo, Orlando, Franceschini. Ettore Rosato, come Renzi, manda a dire che la sua legge sostanzialmente non si tocca.
È chiaro che pur non trattandosi, come ha detto Speranza, di “problemi personali”, è difficile negare che i toni di D’Alema e Bersani siamo stati veramente duri da digerire, per il PD. In ogni caso, va anche ricordato che negli ultimi giorni Matteo Renzi ha più volte insistito sul Pd come partito di sinistra e ha prefigurato uno scontro elettorale fra centrosinistra e centrodestra: uno schema neo-bipolare che non contrasta certo con l’idea di riunire tutte le forze avverse alle destre e ai populisti.
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