venerdì 30 ottobre 2009
La lezione delle primarie
di Giacomo Giacometti
Da iscritto al Partito mi sento sollecitato a scrivere un commento sulle elezioni primarie del Partito Democratico svoltesi per eleggere i Segretari Nazionale e Regionale.
In primo luogo credo si debba rilevare che si sia ancora una volta confermata la validità dello strumento delle “primarie” per scegliere dirigenti locali e nazionali.
Si dice che ci sia bisogno di qualche aggiustamento regolamentare, ma l’ “Istituto” va confermato, valorizzato e difeso nei confronti di chi vorrebbe renderlo solo di carattere straordinario e limitato a poche occasioni.
Mi pare di avere colto anche a Casola, non solo tra i votanti, un largo consenso anziché commenti che considerassero la votazione un fastidioso rito.
Del resto, anche da noi, la partecipazione non è stata scarsa .Ogni paragone con altre primarie che avevano registrato più partecipanti al voto, sembra essere improprio. Le precedenti “primarie” furono promosse su basi ed in condizioni diverse che sollecitavano anche una più alta partecipazione di elettori.
Prendiamo invece questo risultato come eccellente ed usiamolo anche come tappa importante della crescita di un partito locale aperto, plurale, moderno, attento alle persone, alle famiglie, al lavoro.
Ci sono le basi per fare molto, ci sono i giovani che anche in questa occasione hanno messo del loro impegno, ci sono forze giovani nel partito e nell’Amministrazione del Comune che sono un patrimonio di cui essere fieri. C’e’ per loro, anche tra la gente e tra le forze sociali, un clima di simpatia ed una disponibilità alla collaborazione.
Spero solo che tutto questo venga valutato da tutti, anche dagli avversari, una opportunità per la crescita complessiva del nostro paese e non venga il tutto consumato in polemiche rissose senza motivi concreti.
Noi anziani di età e di militanza politica abbiamo solo il compito di assecondare e sostenere le nuove leve senza creare loro né condizionamenti e senza usare paternalismi nei loro confronti.
Alle primarie del 25 ottobre u.s. abbiamo partecipato tutti con la convinzione che con quelle elezioni si apriva una fase nuova del centrosinistra riformista in Italia ed anche nel nostro comune.
Non un Partito Democratico fatto di “NOI” e di “VOI”, ma una mescolanza di idee, di proposte, di culture, una ricchezza di propositi.Uomini e donne con storie e militanze diverse si ritrovavano attorno a questa o quella proposta di candidatura senza chiedersi da dove provenivano, ma solo dove volevano andare .
Come è noto, alcuni amici casolani di diversa provenienza, hanno sostenuto, assieme al sottoscritto, la candidatura uscita perdente alle primarie. C’è tuttavia in tutti la convinzione che il confronto delle idee e delle proposte avanzate e sostenute da ciascuno schieramento sia stato di alto livello e certamente abbia comportato un arricchimento complessivo del Partito democratico.
Non si tratta quindi per noi di una sconfitta.
Ora ci sono le condizioni per un partito vero, con dirigenti legittimati dal consenso popolare, che discuterà, che si dividerà discutendo ma che saprà anche salvaguardare la sua integrità. Guai a pensare ad esclusioni o a marginalizzazioni. Un Partito plurale che sia la casa di tutti e tutti possano sentirsi a casa.
Bersani a Roma e Bonaccini in Emilia-Romagna, sappiamo che la pensano così. Essi chiameranno a raccolta tutte le energie di cui il Partito può disporre. Essi saranno capaci delle necessarie sintesi delle opinioni in campo. Sarebbe deleterio che si desse anche solo l’impressione di far prevalere qualche intenzione che sapesse di passato.
Proprio perché c’é in noi e nei dirigenti eletti questa convinzione, non si riesce a interpretare la scelta che si accingerebbero a compiere alcune componenti del PD, scegliendo tra l’altro il momento meno opportuno per annunciare questa loro possibile scelta.
Sono componenti che hanno creduto e voluto questo Partito, che per questo Partito hanno lavorato fino a ieri rassicurando anche coloro che sono entrati con qualche perplessità. Ora se ne vogliono andare loro per ragioni non ben capibili, e comunque prima ancora di verificare la potenzialità e la validità del risultato delle primarie e le intenzioni del nuovo Segretario.
Con questi annunci di rinuncia si indebolisce la prospettiva di creare nel nostro Paese un’alternativa di Governo che sia costruita dal PD e con il concorso di chi si riconosca in un programma riformista alternativo al populismo berlusconiano.
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