giovedì 16 settembre 2010

Il Governo Berlusconi sta affossando la scuola italiana


Ora basta con la retorica e la propaganda, di cui si nutre quotidianamente il Governo PDL/Lega Nord, anche per via di un sistema di informazione monopolizzato e complice. Questo Governo, al pari dei loro fidi e ligi parlamentari che lo sostengono, negano l'evidente realtà anche sul tema della scuola. E' di qualche giorno fa l'ultimo rapporto dell'OCSE sull'educazione, che fornisce dell'Italia un quadro allarmante e allo stesso tempo umiliante. Siamo gli ultimi, e il trio Berlusconi/Tremonti/Gelmini ci hanno prospettato di rimanere tali. Ecco perchè.
L'Ocse, (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), ha pubblicato ad inizio settembre l'ultimo rapporto sull'educazione, nel quale l'Italia figura agli ultimi posto della classifica della percentuale di Pil destinata all'istruzione: il 4,5%, contro una media dei paesi Ocse del 5,7 e punte di eccellenza come l'Islanda, che guida la graduatoria con il 7,8. Ogni scolaro costa in media 6622 dollari l'anno (media Ocse 6687 dollari). L'Italia è inoltre ultima in classifica, per la percentuale di spesa pubblica destinata alla scuola, il 9% (media del 13,3), seguita da vicino da Giappone e Repubblica ceca. L'Ocse segnala inoltre nel suo rapporto che gli insegnanti italiani sono tra i meno pagati, e il divario si accentua con il passare degli anni di servizio. Un maestro di scuola elementare italiano, ad esempio, guadagna poco più di 26.000 dollari l'anno a inizio carriera, contro una media di quasi 29.000. Alla fine della carriera il suo stipendio sale a 38.381 dollari, ma la media Ocse è salita a 48.000 dollari, quasi 10 mila euro in più. Lo stesso vale per il professore delle medie (che guadagna tra i 28.098 dollari iniziali e i 42.132 di fine carriera) e per il docente delle superiori: quest'ultimo, tra gli insegnanti italiani, ha l'aumento più consistente, passando nel corso della carriera da 28.098 dollari a 44.041, ma la media dei suoi colleghi di altri Paesi passa da 32.500 dollari a oltre 54.700. La Commissione europea «condivide» una delle principali conclusioni dell'analisi dell'Ocse: ossia che «in materia di istruzione bisogna continuare a investire - e investire di più e bene - in quanto si tratta di risorse che garantiscono un ritorno finanziario e sociale molto importante. Ed è per questo che il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso ha messo l'istruzione al cuore della Strategia 'Ue 2020' per la crescita e l'occupazione». In concreto Bruxelles dice: «Anche in periodo di recessione economica gli investimenti per l'istruzione sono indispensabili. Si tratta, non solo ma investire, ma investire bene. Per questo nella strategia Ue 2020, due importanti obiettivi sono stati fissati: Scendere al 10% di abbandono scolastico (ora siamo mediamente tra il 15 e il 16%), e fare in modo che il 40% della popolazione abbia un diploma universitario».
Appunto, investire!

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