lunedì 27 settembre 2010

Urla al Nord ma “magna” a Roma: il caso della scuola della moglie di Bossi

Umberto Bossi

Mentre per l'ennesima volta offende Roma e i romani, Bossi non disdegna 800.000 euro (ottocentomila) che dalla Capitale arrivano nell'inesistente Padania per la scuola privata della moglie.
 
Siamo alle solite. Nella massima difficoltà, il contrattacco è quello di alzare la posta e disorientare l'attenzione pubblica. La Lega sa bene che il governo è al capolinea e per bocca del suo leader decide di alzare la polvere per nascondere il fallimento più evidente degli ultimi 15 anni. Durante l'ennesimo comizio - a Lazzate - a base di durismo e di cacciamoli tutti a pedate, Bossi parlando di Roma e dell'eventualità che nella capitale si possa disputare una Gran Premio di Formula1, si è lasciato andare con questo sproloquio: "I romani se lo possono dimenticare, Monza non si tocca e a Roma possono correre con le bighe. Basta con Senatus Populusque Romanus, il Senato e il popolo romano, io dico sono porci questi romani".
A parte il fatto che senza Roma e senza i ladroni che tanto denuncia, Bossi politicamente non esisterebbe, siamo all'apoteosi della falsità e del populismo. Bossi ha la memoria corta quando si dimentica che i soldi che finanziano la Lega Nord e l'inesistente Padania arrivano proprio da Roma. Vuole il decentramento dei ministeri? Chissà quale per primo? Di sicuro quello del Tesoro visto che è molto recente il finanziamento di 800mila euro per gli anni 2009/2010 della scuola Bosina di Varese. Una scuola molto fortunata la cosiddetta Libera Scuola dei Popoli Padani: nata dodici anni fa grazie all'intuizione della signora Manuela Marrone, maestra elementare e ...moglie di Umberto Bossi!
La signora Bossi è ovviamente ancora socia della cooperativa che gestisce la scuola e che si pone l'obiettivo di dare un'impronta di “cultura locale, alle radici e al territorio”. Una scuola per giovani leghisti, nata dalla moglie di Bossi e finanziata dai soldi di Roma ladrona. Tutto torna.
Ma non solo. Il presidente della scuola è Dario Galli, ex senatore leghista che si occupa di pedagogia del territorio. Sicuramente sarà in grado di gestire molto bene gli 800mila euro destinati all'ampliamento e alla ristrutturazione di un edificio molto recente!
Non siamo in un film dell'orrore ma nella normalità della strategia leghista che continua nel mostrarsi "dura e pura" nei week end tra i propri elettori, sputando nel piatto dove mangia durante tutti i giorni feriali.
Gli stanziamenti che arrivano hanno un nome che è tutto un programma: il provvedimento della Commissione bilancio si chiama legge mancia, “perché in quel modo senatori e deputati assegnano contributi e fondi a enti o amministrazioni che hanno particolarmente a cuore”.
Per chi volesse avere un pò di informazioni sulla pedagogia e didattica della scuola Bosina è sconsigliato il sito ufficiale. Molto più esaustivo il portale delle Associazioni padane che mette in luce (oltre al nome Padania ripetuto allo sfinimento in tutte le sue forme) che la “scuola Bosina si propone come obiettivo quello di coniugare l’insegnamento previsto dagli organismi competenti, con le esigenze del tessuto sosciale locale, di formatre futuri cittadini integrati nella realtà storica, culturale, economica e industriale che li circonda, pronti a confrontarsi con altri modelli sociali”. Di seguito sono ben evidenti gli articoli della Padania dove si legge che “sulla scuola soffia il vento del Nord”, che “il Nord è stanco di una scuola aliena e ingestibile”.
Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd denuncia che "si finanzino scuole private perché legate alla Lega mentre si assiste a continui tagli di risorse dai fondi della scuola di tutti”.
Oltre ad utilizzare risorse pubbliche per indottrinare i bambini – ha continuato la Puglisi – è ancora più grave che non siano stati ancora rimossi tutti i simboli padani dalla scuola di Adro. Per questo, sabato prossimo il Pd ha organizzato un incontro pubblico sotto la prefettura di Brescia per richiedere l'immediata rimozione di tutti quei simboli. Quando sosteniamo che lo stato della scuola in Italia è un chiaro segnale dell'emergenza democratica che stiamo vivendo, ci riferiamo proprio a questi fatti. Le regole istituzionali vanno rispettate da tutti. Soprattutto nella scuola”.

Porci questi romani? La battuta è vecchia ma forse piace a Bossi perché ne trova quotidiana conferma nei romani che incontra più spesso, i colleghi di maggioranza e di governo. In realtà ci sarebbero pure politici e cittadini per bene, da Adro fino a Casal di Principe passando per Roma, ma l'onorevole Bossi, in ogni angolo d'Italia, riesce inspiegabilmente ad allearsi con quelli per male”. Lo ha dichiarato Giovanni Bachelet, deputato democratico. “Così, fra banchi di scuola marchiati col Sole delle Alpi e parolacce ai romani – ha proseguito Bachelet - tenta pateticamente di mascherare l'ennesimo insabbiamento del federalismo fiscale da parte del governo Berlusconi, con in testa il Ministro Gelmini che vuol tenersi il ministero dell'Istruzione a Roma così com'è”.

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