martedì 6 settembre 2011

Arriva un'altra versione della "manovra", la quarta! L'IVA sale dal 20 al 21% e il Governo vuole farla passare con il voto di fiducia

La quarta riscrittura della manovra è l’ulteriore segnale che il governo è allo sbando.
Le improvvisazioni e le marce indietro si susseguono senza soluzione di continuità. La credibilità va a zero, mentre lo spread aumenta sempre più. La vicenda del contributo di solidarietà va oltre il ridicolo: la foglia di fico per l'equità. L'aumento dell'Iva è inaccettabile. È una misura che penalizza i redditi più bassi e, quindi, deprime consumi già anemici. Il governo deve sostituire l'aumento dell'Iva con un'imposta patrimoniale, strutturale: se applicata sui grandi valori immobiliari (superiori a 1,2 milioni di euro) darebbe un gettito di oltre 5 miliardi di euro all'anno, più che con l'aumento dell'Iva, senza deprimere i consumi e senza ulteriori colpi all'equità. Aumentare l'Iva non è un diktat di Bruxelles. È una scelta politica. È la scelta di colpire i redditi bassi e le classi medie e continuare a tenere al riparo chi ha di più e chi evade. Il governo Berlusconi, Bossi e Tremonti è parte fondamentale dei nostri problemi.
È ormai evidente a tutti che è necessario un altro governo, un'altra maggioranza, autorevole e credibile per portare l'Italia fuori dal tunnel.


Intanto, la manovra andrà in aula al Senato dal pomeriggio di domani, con il Consiglio dei Ministri convocato alle ore 18.00 per autorizzare il voto di fiducia. Poi il testo passerà all'esame della Camera. La conferenza dei capigruppo (a maggioranza) ha stabilito la nuova tabella di marcia del provvedimento dando un colpo d'acceleratore all'esame del decreto legge che sarà approvato già domani, anziché sabato.
Tre le modifiche al testo approvato in commissione Bilancio annunciate da Palazzo Chigi al termine del vertice di maggioranza ci sono:
1) aumento di un punto Iva, dal 20 al 21, con destinazione del maggior gettito a miglioramento dei saldi del bilancio pubblico;
2) fino al pareggio di bilancio, contributo del 3% sopra i 500mila euro;
3) adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2014. Giovedì il Consiglio dei ministri approverà anche l'introduzione nella Costituzione del “pareggio di bilancio” e l'attribuzione alle Regioni delle competenze delle Province.

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