Mino Martinazzoli, esponente storico della Democrazia Cristiana e ultimo segretario politico del partito, è morto oggi nella sua casa di Brescia dopo una lunga malattia. Avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 30 novembre. Nato a Orzinuovi nel 1931, avvocato, uomo di grande rigore morale, Martinazzoli è stato uno dei principali esponenti della corrente della sinistra interna e del cattolicesimo progressista. Da segretario ha guidato la difficile fase post-Tangentopoli e del traghettamento del partito fino alla nascita del Ppi. Ministro della Difesa, ministro della Giustizia, ministro delle Riforme Istituzionali, Martinazzoli è stato ininterrottamente in Parlamento dal 1972 al 1994, prima come senatore poi come deputato fino agli ultimi due anni di attività trascorsi nuovamente da Palazzo Madama.
Quando nel 1994 tornò a Brescia per diventarne sindaco, il suo fu un tentativo di ritiro dalla vita politica e da un mondo uscito stravolto dall'uragano Tangentopoli. Nel 2000, però, fu "richiamato" dal centrosinistra e accettò di correre per la presidenza della Regione Lombardia, ma fu sconfitto da Roberto Formigoni. Restò in consiglio regionale per tutta la legislatura, mentre nel 2004 venne eletto presidente di Alleanza Popolare-Udeur.
Nel corso della lunga esperienza parlamentare, Martinazzoli fu anche presidente della commissione bicamerale d'inchiesta sul caso Lockeed. Nel partito fu, con Giovanni Galloni, Luigi Gramelli, Leopoldo Elia e Guido Bodrato, uno degli esponenti più significativi dell'area Zaccagnini che innescò il processo di rinnovamento della Democrazia Cristiana alla fine degli anni '70.
Il cordoglio dei principali esponenti democratici. "Apprendo la notizia della scomparsa di Martinazzoli con profondo dolore", commenta il vicesegretario Pd, Enrico Letta. "Perdiamo e piangiamo un grande maestro e un insostituibile punto di riferimento politico e culturale. Da oggi siamo più soli". Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parla di "una figura singolare e irripetibile nella vita politica e civile del Paese". "A lui - dice Bersani - dobbiamo una concezione assolutamente esigente della politica, nella sua coerenza con profonde radici culturali ed etiche". Walter Veltroni (Pd) lo ricorda come "un politico e un uomo di grande serietà e rigore, colto, riservato e esigenzesempre attento alle dei più deboli, dei cittadini, del suo territorio". Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera, ricorda che "senza la sua scelta coraggiosa di traghettare i cattolici democratici dalla Dc nella nuova stagione politica degli anni 90, non sarebbero nati l'Ulivo e il Pd". Lo stesso concetto si ritrova nel commento di Romano Prodi che ricorda come l'esperienza dell'Ulivo e del Pd sia figlia dell'impegno con cui Martinazzoli "nel difficile passaggio dalla Dc al Ppi, ha messo in salvo la cultura e i valori del cattolicesimo democratico". Secondo Massimo D'Alema, "resterà assai profonda la traccia della sua passione civile, del suo impegno politico e culturale, che ne fanno una delle personalità più significative del cattolicesimo democratico".
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