E' grave e provocatorio che il PdL, con tanti problemi che ci sono, non trovi di meglio da fare che presentare due progetti di legge, uno per ciascun ramo del Parlamento, sul tema delle intercettazioni, con lo scopo - esplicito! - di limitarne l'uso e di condizionare la libertà di stampa.
In una situazione politica così delicata quello delle intercettazioni telefoniche non è di certo tema che possa rientrare tra le priorità del Parlamento ed è sbagliato, nel metodo e nel merito, perchè le intercettazioni - soprattutto nel contrasto alle mafie e alla corruzione - sono uno strumento investigativo indispensabile.
A muovere questa iniziativa del PdL è la vera e propria ossessione giudiziaria di Berlusconi; un'ossessione che rischia di complicare oltre modo l'avvio della legislatura e il lavoro del governo.
Felice Casson, vicepresidente della commissione Giustizia al Senato, ha rimarcato come “sulle intercettazioni telefoniche il PdL vuole arrivare allo scontro. Come PD stiamo ripresentando le norme proposte nel corso della passata legislatura tendenti, da una parte, a garantire questo strumento fondamentale d'indagine, dall’altro a tutelare la privacy delle persone".
Anche il capogruppo del PD in commissione Giustizia al Senato, Giuseppe Lumia, ha criticato l’iniziativa. “Eviteremo in tutti i modi - ha detto - che il Paese sia trascinato ancora una volta nella logica delle leggi ad personam. Le intercettazioni, soprattutto nel contrasto alle mafie e alla corruzione, sono uno strumento investigativo indispensabile”. “Qualsiasi proposta - ha concluso - deve tenere insieme tre dimensioni imprescindibili: lotta alla criminalità, privacy e libertà di stampa”.
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