venerdì 5 luglio 2013

Reggio Emilia, 7 luglio 1960: la strage dimenticata

E' stata presentata in Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna una risoluzione che invita la Regione a sostenere in ogni sede competente ed occasione pubblica la necessità dell’accertamento della verità storica e l’individuazione delle responsabilità di Stato che portarono alla strage del 7 luglio 1960.
La Risoluzione, presentata dalla consigliera reggiana del PD e presidente della Commissione per la Parità Roberta Mori – sottoscritta dai consiglieri reggiani PD Marco Barbieri e Beppe Pagani, Rita Moriconi (PSI-Gruppo PD) e Liana Barbati (IdV), più rappresentanti di SEL, FdS, Lega Nord e Gruppo Misto – impegna la stessa Assemblea e la Giunta regionale a «sostenere in particolare la necessità di una commissione parlamentare d’inchiesta che disveli nella ricostruzione storica e fattuale tutti gli elementi de iure et de facto che fino ad oggi hanno impedito di fare giustizia in nome del popolo italiano».
«I cinque operai reggiani uccisi dalle forze dell’ordine il 7 luglio 1960 sono costantemente ricordati dalla comunità di Reggio Emilia come caduti in difesa dei diritti di libertà sindacale e democratica, – sottolinea la Mori – martiri dunque, che non hanno mai avuto giustizia dal momento che i processi penali si sono conclusi con piene assoluzioni.»
«Nel comportamento e nelle parole dei familiari delle vittime non vi è mai stata traccia di odio o di vendetta, ma vi è ancora oggi una dolorosa e legittima rivendicazione di giustizia morale riparatoria. Ecco perché – conclude la consigliera reggiana – chiediamo che una commissione d’inchiesta parlamentare sulle stragi irrisolte sia costituita al più presto e verifichi anche le responsabilità del governo Tambroni e del Ministero dell’Interno in quell’episodio di inaudita violenza contro lavoratori che protestavano pacificamente.»

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I loro nomi erano:
* Lauro Farioli (1938), operaio di 22 anni, orfano di padre, sposato e padre di un bambino.
* Ovidio Franchi (1941), operaio di 19 anni, il più giovane dei caduti.
* Marino Serri (1919), pastore di 41 anni, partigiano della 76a, primo di sei fratelli.
* Afro Tondelli (1924), operaio di 36 anni, partigiano della 76a SAP, è il quinto di otto fratelli.
* Emilio Reverberi (1921), operaio di 39 anni, partigiano nella 144a Brigata Garibaldi, era commissario politico nel distaccamento "Giorgio Amendola".
A quell'eccidio il cantautore Fausto Amodei dedicò la canzone - divenuta famossima - "Per i morti di Reggio Emilia".

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