Pippo Civati |
Inizierei dal fatto che sono felice, che mi sento liberato dalla discussione delle regole . Noi siano un grande partito e dobbiamo discutere della sostanza; uscendo dal pessimismo, dallo spaesamento, facendo emergere prospettive con parole più chiare. Però sono a richiamarvi su alcune questioni. Non possiamo parlare del congresso senza parlare del Governo: dobbiamo dire che stiamo rinunciando alle nostre posizione per sostenere questa stabilità . Perché capisco le difficoltà ma se parliamo di eguaglianza non possiamo fare cose che portano alla diseguaglianza.
Tanto più che il Partito Democratico si trova a dover fronteggiare una disaffezione che si è già manifestata: un elettore su tre non ci vota . Vorrei che sul piano politico i Democratici si rivolgano anche a Sel, al M5S, vorrei cioè che rappresentassimo la sinistra. Costruendo quindi un unico soggetto politico. Se non prendiamo i voti degli operai non possiamo poi andare alla corte di Marchionne. E quando parliamo di modernità, non cerchiamola nella destra, cerchiamola dentro di noi: perché non è vero che non ci sono alternative. Dobbiamo essere noi l’alternativa.
Con una battuta: non siamo più giovani, solo nel PD sei giovane fino a 65 anni. E con leggi come la Fornero, possiamo esserlo per sempre: i giovano veri sono quelli che hanno 20 e che non ci capiscono. Concludo ricordando che leader, partito e proposta politica devono andare insieme.
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