sabato 21 settembre 2013

Per vincere abbiamo bisogno di tanta ragione e tanto cuore

Gianni Pittella
L'Europa al centro del progetto politico: "Usciamo dall'ossessione del 3%". Estratto dall'intervento di Gianni Pittella, candidato alla segreteria del Partito, all'Assemblea Nazionale del PD.
D’accordo con Cuperlo, anche per me le regole non sono il fine ma il mezzo. Ci sono voluti 4 mesi per arrivare al traguardo: avremmo impiegato meglio questo tempo discutendo di politica, possiamo finalmente farlo adesso.

Abbiamo bisogno di un congresso libero da condizionamenti di gruppi e correnti. Mai come oggi, con un governo di larghe intese, nato come sappiamo, c’è necessità di un partito che aiuti il governo, esprimendo un punto di vista autonomo.

Dobbiamo uscire dall’ossessione quasi psichiatrica della percentuale di sforamento dei parametri europei. Dobbiamo batterci in sede europea per abbattere il patto di stabilità, questa deve essere la madre di tutte le nostre battaglie, senza la quale nessuna politica è possibile. Può reggere un patto fatto 20 anni fa, quando da allora il mondo è completamente cambiato?

Possiamo accettare che arrivi il maestrino Olli Rehn a bacchettarci a ogni piè sospinto, senza chiedersi se la politica di austerità abbia prodotto sviluppo o ci abbia sospinto nella recessione?

No all’aumento dell’IVA, che, come ha detto Epifani, ricade sulle fasce più povere della popolazione. E ancora, è fondamentale raccogliere l’appello di Piero Fassino, di pagare i debiti dello Stato alle amministrazioni locali, che sono in condizioni tanto drammatiche da non arrivare a pagare gli stipendi ai propri dipendenti.

Dobbiamo ripartire dalla riduzione della tassazione sul lavoro e sulle imprese, che ci è impedita dal rispetto dei parametri di contenimento del deficit al 3% che ci impone l’Unione Europea.

Uscire finalmente da tanti bizantinismi, per definire con certezza la nostra appartenenza alla famiglia dei socialisti e progressisti europei, che è la nostra sede naturale in cui risolvere i problemi che ci si pongono, basta scimmiottare al mercatismo, a un certo liberismo. Ricalibriamo teoria, riti, programmi che rilancino l’idea di una Europa politica, un soggetto che, abbiamo visto, è mancato su tutti i temi, dalla Siria all’economia. Abbiamo bisogno di un Ministro degli esteri della UE e di un presidente della Commissione eletto il prossimo 24 maggio, che sia il candidato condiviso dalle forze progressiste. Abbiamo bisogno di una banca europea prestatrice di ultima istanza, così come di una politica di sicurezza e difesa condivisa.

Il PD deve avere un’idea del paese, che contempli Nord, Centro, Isole e Sud. Dal Sud il partito deve rilanciare una politica concreta, denunciando in primis la vergogna dell’alta velocità che si ferma a Salerno. Abbiamo bisogno di un partito che si occupi del Mediterraneo, della lotta alle mafie, che riscopra e rilanci l’unità del Paese.

Abbiamo bisogno di un partito che sia più avanti di Papa Francesco sui diritti civili. Per vincere abbiamo bisogno di tanta ragione e tanto cuore.

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