sabato 21 settembre 2013

Siamo ambiziosi per un Paese più coraggioso, più semplice, più libero

Matteo Renzi
Non bastano solo parole nuove, ma il PD potrà vincere se alle parole saprà unire i fatti. Si vince se saremo coerenti”. Sintesi dell'intervento di Matteo Renzi, candidato alla segreteria del partito, all'Assemblea nazionale del PD.

Penso che esistano due modi per guardare al nostro congresso. Da un lato l'attenzione spasmodica sulle regole e le modalità di svolgimento, legate alla durata del governo e alle legittime aspirazioni personali dei candidati. Dall'altro, un congresso che sappia dare una risposta a questa crisi. Un crisi che non è solo occupazionale ma etica e culturale. Quindi una crisi politica.

Come è cambiato il rapporto tra economia e politica? A 5 anni dagli scatoloni di Lehman Brothers, la quota dei 2 nuovi colossi è pari al 91% del patrimonio immobiliare. Che rapporto c'è tra politica e comunicazione? Gli ascolti sembrano quelli di un prefisso telefonico perché c'è la nausea di quelli che stanno dall'altra parte del video.

La crisi non è quella del modello della destra a cui fare fronte. In questi ultimi 20 anni ci siamo stati anche noi al governo e, se non siamo stati capaci di interpretare il cambiamento in corso, la colpa è anche nostra.

Dobbiamo smontare un pregiudizio: dobbiamo essere ambiziosi e voler governare da soli! Non stare a rimorchio. Essere un partito ambizioso significa stare al passo con il cambiamento e saper lasciare il segno. L'Italia ha perso posizioni perché anche noi non siamo stati capaci di intercettare il passo del cambiamento.

Abbattiamo i tabù: se noi abbiamo il coraggio di fare un dibattito congressuale serio, ricordiamoci che non siamo più il partito dei lavoratori dipendenti, degli operai e dei giovani. Non è più vero.

Fare ironia sulla parola “merito” e “uguaglianza” è la più grande sconfitta che si possa avere nella storia della sinistra. Certo, il migliore da solo non va da nessuna parte ma, più che mai, c'è il bisogno di investire sul merito.

Rifiutiamo la “logica della bandierina” tipica del PdDL. L'Imu è una concessione ai nostri alleati nemici. Ci siamo cascati di nuovo e abbiamo lasciato che ci dettassero l'agenda politica italiana ancora una volta. Sono 20 anni che lo facciamo. Sembriamo il partito delle tasse e loro quelli che le vogliono togliere.

Il modello dell'Imu è il giochino che non stiamo affrontando nel modo giusto e per il vero significato che ha. Se dettiamo l'agenda politica con proposte su occupazione e innovazione andiamo avanti, se cediamo alla nostalgia del “stavamo meglio quando stavamo peggio” non andremo da nessuna parte.

Rispondiamo con l'idea di un paese più coraggioso, più semplice, più libero. Se non lo fa il PD non lo può fare nessuno. Non parliamo del governo Letta ma dell'Italia che vogliamo nei prossimi 20 anni.

Non bastano solo parole nuove, ma il PD potrà vincere se alle parole saprà unire i fatti. Si vince se saremo coerenti.

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