venerdì 8 agosto 2014

Riforme: primo sì al 'nuovo' Senato. Solo la Camera darà la fiducia al Governo. Finisce il 'bicameralismo paritario'

I 100 componenti del 'nuovo' Senato non percepiranno indennità e saranno eletti dai Consigli regionali

La prima lettura, delle quattro costituzionalmente previste, è cosa fatta e il Senato consegna oggi alla Camera il frutto di oltre tre mesi di lavoro in commissione Affari costituzionali e un mese in assemblea il ddl che supera il bicameralismo paritario, 'rivoluziona' il Senato, abolisce il Cnel, rivede il Titolo V. A Palazzo Madama il ddl passa con 183 voti a favore, nessun contrario e 4 astenuti (tra cui la senatrice a vita Elena Cattaneo e il relatore Roberto Calderoli). Nessun contrario, perché le opposizioni Gal, Lega, Sel e M5s hanno scelto di non partecipare al voto per rimarcare le critiche alla riforma e alle modalità del suo esame. Altri senatori (anche dissidenti rispetto ai propri gruppi) sono rimasti ma astenendosi dal voto.

Nella riforma, che ha avuto come relatori Anna Finocchiaro (PD) e il leghista Calderoli, spicca la trasformazione del Senato in una Camera delle autonomie: da 315 i senatori scendono a 100 (di cui fino a cinque nominati dal Capo dello Stato), di cui 74 consiglieri regionali e 21 sindaci non eletti alla carica di senatore dai cittadini ma dai consiglieri regionali. Non riceveranno indennità, ma avranno l’immunità parlamentare come i deputati.

Il superamento del bicameralismo perfetto si sostanzia nel fatto che sarà solo la Camera la titolare del rapporto di fiducia con l'esecutivo e avrà la competenza della funzione legislativa, tranne che sulle leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali in materia di referendum popolare. Il Senato avrà la competenza nelle materie non di competenza statale dell'articolo 117 della Costituzione, secondo le modifiche apportate con la riforma stessa. Un emendamento approvato a voto segreto ha inoltre specificato che il Senato e' competente sulle questioni legati alla salute e alla bioetica.

Ora il provvedimento, che reca "disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte seconda della Costituzione", passa alla Camera per la seconda lettura.
Ne occorreranno almeno quattro, tra Camera e Senato, come avviene per i ddl di rango costituzionale.
Per il ministro delle Riforme, titolare del ddl, Maria Elena Boschi, "é stato un passaggio importante e impegnativo, non è mai venuta meno la determinazione. Siamo tutti soddisfatti. E' un primo segnale della voglia di cambiamento e della capacità di rispettare gli impegni presi con i cittadini".

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